La natura ci ha abituati ad una perfezione senza precedenti. L’armonia presente sulla nostra Terra è difficilmente replicabile da qualcosa inventato o costruito dall’uomo. Questo però è soggetto a dei cambiamenti, frutto dei soprusi che la nostra specie gli ha inflitto nel corso del tempo.
Ogni tanto però Madre Natura sembra perdere qualche colpo, soprattutto sotto il punto di vista dell’estetica. Vi abbiamo già raccontato qualche curiosità a proposito di animali particolarmente brutti, come il Blobfish e la talpa nuda. Oggi vogliamo parlarvi invece di un particolare animale africano, cioè l’aye-aye. Anche lui non si contraddistingue certamente per una bellezza sensazionale.
Unico nel suo genere
Il suo nome scientifico è Daubentonia madagascariensis, che lascia intuire quella che è la sua provenienza geografica. Parliamo infatti di un primate originario dell’isola africana del Madagascar, che di fatto è l’unico rappresentante del suo genere, della sua famiglia e del suo infraordine.
L’aye aye è noto ai più proprio per il suo particolarissimo aspetto. Le dimensioni medie sono simili a quelle di un lemure, mentre la sua coda è addirittura più lunga del corpo stesso. Si tratta di un animale notturno: durante il giorno ama stare tra le foglie degli alberi della foresta pluviale, mentre con il buio scende e comincia la caccia per accaparrarsi del cibo.
Sul suo polso, grazie a grandissime capacità evolutive, è cresciuto qualcosa di simile ad un pollice opponibile. Questo viene utilizzato con moltissima efficacia durante la fase di ricerca del cibo. Purtroppo è nella lista degli animali definiti “in pericolo di estinzione“. Questo rischio è dovuto prettamente a due fattori: nella foresta, a causa dei cambiamenti climatici, vermi e larve scarseggiano. L’aye aye dunque si sposta da quello che è il suo habitat naturale. In secondo luogo, molte credenze africane lo reputano di cattivo auspicio. Ecco perché deve essere sempre molto attento alla presenza umana.