La Cop27 ha preso ufficialmente il via con il primo vertice tra i leader mondiali il 7 novembre. In Egitto, a Sharm-El-Sheik, la Conferenza delle Parti sul Clima affronta i temi legati all’emergenza ambientale che si sta rendendo sempre più minacciosa.
A Sharm-El-Sheik in Egitto è iniziata ufficialmente la Cop27. E tra i dati diffusi, in quella che è stata la prima giornata di vertice tra i leader mondiali, è emersa una situazione allarmante rispetto al clima. Come rende noto il rapporto Stato del clima globale nel 2022 dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre.
Temperature dovute alle sempre più crescenti concentrazioni di gas serra e dal calore accumulato nel mare. Si parla, nel 2022, di una temperatura media di circa 1,15 gradi, ben al disopra dei livelli preindustriali. I gas serra hanno raggiunto livelli record nel 2021 e nell’anno corrente non si sono arrestati dal crescere.
Il caldo e il rischi per il clima
A Sharm-El-Sheik è arrivata anche il premier italiano Giorgia Meloni che parteciperà al vertice della Cop27. In occasione del primo incontro il tema emerso, rispetto al rialzo delle temperature, ha descritto una situazione, attuale, allarmante. Il caldo, infatti, tra le sue conseguenza porta anche lo scioglimento dei ghiacci che, a sua volta, causa l’innalzamento del livello dei mari, minacciando isole e coste. Ma le alte temperature causano anche desertificazione ed eventi meteorologici estremi. Condizioni che aggravano la vita sulla Terra procurando la morte di migliaia di persone, oltre che il proliferare di malattie. Come scrive Ansa, il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha commentato: “Maggiore il riscaldamento, peggiore l’impatto. Abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell’atmosfera oggi che l’obbiettivo di 1,5 gradi dell’Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile“.
Come ha tenuto a precisare ancora Talaas, al primo incontro in occasione della Cop27, molti ghiacciai si sono già sciolti e questo processo è destinato a proseguire per migliaia di anni, con conseguenze importanti sulla sicurezza idrica. L’aumento, anche solo di alcuni millimetri del mare in un anno, rappresenta un aumento di anche un metro in secolo e questo si concretizza con una minaccia per tutti gli abitanti di isole e coste. Il paradosso di tutto questo, come ha concluso Talaas è che: “Quelli meno responsabili del cambiamento climatico soffrono di più“. Ma il rischio non è escluso anche per le società più preparate. Difatti, quest’anno abbiamo visto come la siccità e le grandi ondate di calore abbiano coinvolto pesantemente anche l’Europa.
Cop27: allarme clima e le sue conseguenze
Il rapporto Mwo ha descritto condizioni climatiche devastanti in tutto il mondo. Le alluvioni in Pakistan hanno portato a 1.700 morti e oltre 33 milioni di sfollati. Il Madagascar è stato colpito da turbolenti cicloni. A settembre l’uragano Ian ha causato morte e distruzione a Cuba e in Florida. Come riporta ancora Ansa, dal rapporto si evince che: “La Cina ha avuto la più estesa e lunga ondata di calore da quando ci sono rilevazioni, e la seconda estate più secca mai registrata“. E anche l’Europa non è stata esente da fenomeni di siccità e ondate di calore che hanno portato anche ad incendi devastanti. Fiumi come il Reno, la Loira e il Danubio sono scesi a livelli critici.
Ma il dato più allarmante è relativo al fatto che tali fenomeni climatici non sembrano voler arrestare il loro corso. E come ha fatto sapere l’Oms si prospetta che il cambiamento climatico potrebbe portare a circa 250mila morti in più all’anno per malaria, malnutrizione e stress da caldo. “Si stima che entro il 2030 i costi dei danni diretti alla salute siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari all’anno“, scrive Ansa, precisando che in vista della Cop27 l’Oms lancia un appello per mettere la salute al centro dei quattro obiettivi chiave. Ed infine, alla luci di quanto descritto, la Cop27 si presta, inoltre, ad essere una nuova occasione nella quale i paesi più vulnerabili chiedono che siano inseriti, in agenda, i finanziamenti per i danni climatici.