Oggi, date la situazione in cui riversa il Pianeta, colpito (per fare qualche esempio) dalla crisi climatica, la deforestazione e l’inquinamento atmosferico, sembra ancora il caso chiarire la funzione indispensabile svolta, nella nostra vita, dagli alberi. Assorbono anidride carbonica emettendo ossigeno pulito nell’aria che ci consente di respirare; purificano gli spazi in cui viviamo, rendendo possibile la nostra stessa sopravvivenza. Tuttavia, nonostante in tante parti del mondo si stanno attivando progetti di ripiantumazione e riqualificazione degli spazi naturali, la vegetazione non è presente ovunque sulla Terra; da questa presa di coscienza si sviluppa e concretizza l’idea dell’albero liquido.
Come funziona l’albero liquido
Questi dispositivi nascono nella città di Belgrado, in Serbia; il primo albero liquido, apparso in centro città, è un bioreattore che ha la funzione di purificare l’aria così come farebbe un arbusto vero. Anzi, pare che questo sistema abbia più capacità rispetto alla vegetazione naturale; in esso sono immerse nell’acqua delle micro alghe che sembra riescano a ridurre l’anidride carbonica con un processo di fotosintesi fino a 50 volte superiore a quello degli alberi veri.
Questi alberi liquidi non intendono sostituire gli alberi naturali; ma possono risultare utili in quegli spazi, ad alta esposizione di inquinamento atmosferico, dove non è possibile piantare un vegetale. Luoghi metropolitani nei quali, a causa di parcheggi o architetture ravvicinate, è difficile effettuare operazioni di piantumazione. Questi bioreattori, dunque, possono risultare degli ottimi alleati in grado di filtrare e ripulire l’aria laddove le sostanze inquinanti la rendono irrespirabile.
Gli effetti benefici della vegetazione
Secondo le ricerche effettuate dal Cnr-Consiglio nazionale, non tutti gli alberi purificano l’aria allo stesso modo. Alcuni hanno più capacità di altri di immagazzinare biossido di carbonio; l’acero riccio sembra essere il più attivo in tale senso. Uno studio, pubblicato nel 2016 dall’associazione americana The Nature Conservancy, dichiarava, in merito al contributo dato dagli alberi: “Gli effetti benefici sono soprattutto due: la rimozione dall’aria delle particelle prodotte dal riscaldamento domestico e dal traffico urbano; e la riduzione del calore eccessivo dovuto alle superfici urbane, così diverse da quelle naturali“.
Alla luce di questa importante constatazione, gli alberi liquidi nascono proprio per sopperire all’impossibilità di piantare aceri ricci (o altre piante anti smog) all’interno delle città più soggette all’inquinamento. Dall’aspetto suggestivo, questo dispositivo si trova già a Belgrado e non è da escludere che l’iniziativa possa essere condivisa da altri paesi. Gli sforzi per combattere la crisi climatica, infatti, sembrano interessare in maniera sempre più crescente tanti stati del mondo; offrire possibilità a sistemi utili e innovativi, potrebbe apparire dunque un’ottima strategia in questo senso.
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