Studiare ciò che avviene sopra le nostre teste, ossia nello spazio, è una delle attività che ha da sempre affascinato l’uomo. In effetti sarebbe troppo semplice, quanto improbabile, vivere senza domandarsi cosa avviene a migliaia di metri di altezza. Oggi che le tecnologie ce lo permettono, noi umani diamo adito alla nostra sete di conoscenza, studiando anche qualcosa di particolarmente complicato come le tempeste di elettroni. Secondo una ricerca pubblicata recentemente su Nature Communications, nel 2014 si sarebbe verificato uno di questi fenomeni in una forma mai vista prima. Nulla di particolarmente strano, poiché le tempeste di elettroni sono proprio quelle che danno vita allo splendido fenomeno dell’aurora boreale.
Ciò che è incredibile, almeno secondo quanto riportato tra le righe del lavoro svolto dal pool di scienziati che ha redatto questo interessantissimo lavoro, è la dimensione della tempesta di elettroni. Parliamo, a livello approssimativo, di un diametro pari a circa mille chilometri. Solo per rendere l’idea, la penisola italiana è lunga 1200 km.
La scienza spiega il fenomeno
Successivamente ad un fenomeno cosmico a noi sconosciuto, 7 anni fa un quantitativo di elettroni si accumulò dunque, dopo essere stato trasportato dal vento solare nelle vicinanze del nostro Pianeta. Le immagini che hanno ricostruito l’attività di questa incredibile tempesta di particelle sono chiaramente digitali. Il tutto è stato possibile grazie ai dati e dalle osservazioni effettuate da quattro satelliti facenti parte del Defense Meteorological Satellite Program statunitense.
Nessun danno: queste tempeste sono innocue per l’uomo grazie alla presenza della magnetosfera. Pensate solo ad una tempesta reale di queste dimensioni: le conseguenze sarebbero state molto più che catastrofiche. Un certo tipo di fenomeno è comunque molto interessante da analizzare, soprattutto vista la sua mancata sincronia con una vera e propria tempesta solare.
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