Moda Sostenibile

I vestiti in polietilene: sono più ecologici del cotone

In quest’ultimo periodo l’industria della moda si sta adoperando per cercare di essere al passo con quelli che sono i problemi che affliggono il nostro Pianeta. Anche il settore del fashion infatti non può più tirarsi indietro e per fortuna sono molte le realtà che stanno cercando nel loro piccolo di migliorare la situazione ambientale. Per farlo non occorre solo immaginare un mondo più verde, ma anche agire. Per questo motivo un team di ricercatori di MIT ha creato un nuovo tessuto ecologico interamente a base di polietilene.


Il Polietilene non è altro che plastica. Per intenderci facciamo riferimento allo stesso materiale con cui sono composte le bustine per surgelare e conservare gli alimenti. Il team di studiosi tuttavia è riuscito a rendere traspirante il tessuto a base di questo materiale, rendendolo adatto alla creazione di un tessuto.

Un vestito di plastica? Ora è possibile

Ovviamente il polietilene è stato lavorato in modo da contrastare le caratteristiche tipiche della plastica che non lo rendevano adatto al settore della moda. La ricerca del team internazionale, da poco pubblicata su Nature Sustainability, ha specificato: “Il tessuto in PE è prodotto da fibre filate e tessute con le macchine tipiche dell’industria tessile, e non necessita di rivestimenti chimici.” Come hanno fatto a rendere questo tessuto traspirante? I ricercatori hanno iniziato a comporre fibre tessili a partire dal polietilene grezzo e in polvere. Durante il processo il materiale si è ossidato diventando così capace ad attrarre l’acqua. Dopo aver effettuato vari controlli di qualità si è scoperto che questo nuovo tessuto è più traspirante di molti altri, come ad esempio del cotone.

Il polietilene vince anche un’altra battaglia con il suo collega cotone. Infatti il primo risulta essere anche più ecologico. Questo perché viene tinto quando il materiale è ancora grezzo e perché una volta finito il suo ciclo vitale può essere risciolto e avere una nuova vita.

 

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