Ambiente

Addio all’iceberg più grande del mondo: pericolo scampato, ma c’è poco da festeggiare

Chi legge i nostri articoli assiduamente, ricorderà il nostro racconto che vedeva protagonista un iceberg dalle dimensioni impressionanti che minacciava l’arcipelago atlantico della South Georgia. Il suo nome era A68 e la sua provenienza era antartica. Nel 2017 un cumulo di ghiaccio di un peso approssimato di un miliardo di tonnellate si staccò dalla piattaforma Larsen C per iniziare la sua deriva oceanica. La sua massa era impressionante: facendo un paragone a livello di superficie, le sue dimensioni erano simili a quelle dell’isola di Cipro (6.000 km quadrati).

Bene, da poche ore è arrivato un annuncio ufficiale da parte del National Ice Center degli Stati Uniti. “Gian Berg” (questo il soprannome che A68 aveva acquisito negli anni) è ormai diventato solamente un ricordo. L’iceberg si è infatti sciolto e frantumato in migliaia di piccoli frammenti di ghiaccio, e non sarà più monitorato dagli organi di competenza. Su due piedi verrebbe da affermare qualcosa come “scampato pericolo”, ma in realtà la questione offre moltissimi spunti di riflessione.

Nessuno deve essere felice

Perché si, in effetti il pericolo più terrificante è scampato. La deriva dell’iceberg A68 verso l’arcipelago della South Georgia è stata preoccupante, ed avrebbe comportato una vera e propria catastrofe naturale. Rimane però l’evento sconcertante iniziale, ovverosia quello per cui un tale cumulo di ghiaccio si sia potuto staccare da una piattaforma antartica.

Altra occasione di ragionamento è quella relativa allo scioglimento di questo mastodontico gigante freddo. Questo è avvenuto prettamente per un paio di motivi, ovvero le alte temperature riscontrate alle latitudini in cui viaggiava alla deriva e l’acqua calda in cui navigava. Entrambe le cause sono frutto del cambiamento climatico, scaturito dal disinteresse umano verso l’ambiente.

Tirando le somme dunque c’è poco da festeggiare. La South Georgia è salva (ma di ciò eravamo al corrente da diverso tempo), mentre l’innalzamento delle temperature dell’aria e dell’acqua rimarranno una condanna costante per il nostro Pianeta. In un prossimo futuro saranno purtroppo individuati altri iceberg alla deriva, magari non grandi come A68, ma pur sempre sintomatici di una terribile realtà come quella odierna.

 

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