Diciassette piante endemiche europee recuperate: merito della ricerca italiana
Spesso, leggendo i nostri articoli, leggerete il termine “biodiversità” legato ad eventi classificabili come deleteri per la natura. Il comportamento disinteressato dell’uomo è infatti durato per troppo tempo, ed il mondo che ci circonda sta mostrando senza pietà alcuna tutti i danni da noi generati. Oggi però vogliamo invertire questa tendenza, parlandovi di una recente scoperta avvenuta grazie ad una ricerca tutta italiana. Parliamo della riabilitazione e in alcuni casi della riscoperta di alcune piante endemiche del territorio europeo.
Queste, considerate perlopiù “estinte”, sono invece balzate agli occhi dei ricercatori dell’Università di Roma Tre. Per indole tendiamo a concentrarci in maniera maggiore sulle conseguenze dei nostri comportamenti rispetto al mondo della fauna. Questo non significa però che la flora sia esente dai danni generati dal disinteresse umano. Il fatto che la ricerca pubblicata su Nature Plants rinvenga tracce di ben diciassette piante endemiche del territorio europeo non può che renderci estremamente felici.
Mai abbassare la guardia
Solo per fare qualche esempio, tra le piante endemiche riabilitate troviamo la Astragalus nitidiflorus, originaria del territorio spagnolo e la Armeria arcuata, originaria del Portogallo. Lo studio ha preso in esame 36 organismi ritenuti estinti, riabilitandone quasi il 50%.
Il professor Thomas Abeli, prima firma del lavoro, ha dichiarato all’Ansa: “Tra le 17 specie potremmo avere un caso clamoroso: il ritrovamento di una specie endemica portoghese, Armeria arcuata, ritenuta estinta da decenni e forse conservata inconsapevolmente presso l’Utrecht University Botanic Gardens, su cui si stanno facendo indagini genetiche per confermarne la riscoperta”. Aggiunge poi che: “Non dobbiamo dimenticare che altre 19 specie sono invece perse per sempre, tra cui nove specie italiane“.
Insomma, per una volta possiamo gioire rispetto alla riscoperta di piante endemiche che credevamo estinte. Mai abbassare la guardia sotto questo punto di vista però, sarebbe un errore più che grave.
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