Ambiente

Acquacoltura in Italia: impatto ambientale per allevamento di spigole e orate

L’Italia consuma ogni anno un grande quantitativo di pesce. Sebbene numerosi studi abbiamo riportato quanto sia superiore il consumo di carne nel mondo, certamente ciò non dà tregua alla pesca e agli allevamenti intensivi di questo bene alimentare. Nel corso degli ultimi anni l’uomo sta cercando di fare un passo indietro nei confronti del benessere nel nostro Pianeta. I danni che ha subito la Terra per colpa delle opere antropiche sono innumerevoli e spesso insanabili, ma occorre comunque cambiare rotta per non peggiorare ulteriormente la situazione ambientale. Proprio per questo motivo è giusto porsi dei dubbi sulle varie attività gestite dall’uomo, anche quelle che all’apparenza potrebbero sembrare innocue o addirittura ecosostenibili.


Il pesce pescato in Italia, specialmente spigole e orate, deriva da una pesca “standard” solo per il 8% del suo totale. Ciò perché il restante è importato o allevato: un dato abbastanza sconcertante decreta che più della metà (52%) del pesce prodotto nel mondo derivi da allevamenti artificiali. Questi ultimi tuttavia sono davvero compatibili con le richieste di aiuto che il nostro Pianeta ci sta urlando da tempo?

Pesce da allevamento: la sostenibilità ambientale è ridotta

Negli ultimi venti anni sono stati istituiti numerosi fondi pubblici per incrementare la produzione di pesce da allevamento. L’acquacoltura è infatti considerata dalla FAO un metodo ecologico e sostenibile per produrre prodotti alimentari.

Tuttavia nell’ultimo periodo si è creato un aspro dibattito sulla vera sostenibilità di questi impianti. Le gabbie in cui il pesce è allevato sono infatti sovraffollate: ciò può comportare il nascere di epidemie e infezioni tra gli animali. Inoltre un impianto ittico in grado di produrre circa 100 tonnellate di pesce, scarica in mare quasi lo stesso peso di residui di azoto pericolosi per l’ambiente. Il rilascio di componenti di scarto provenienti dall’acquacoltura sta portando infatti al deterioramento delle acque del nostro Pianeta.

 

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