Il mondo degli animali sa regalarci continue sorprese. Se poi la nostra curiosità ci spinge a capire, con l’aiuto di alcuni apparecchi tecnologici, i comportamenti del mondo faunistico, allora il tutto diventa davvero interessante. Oggi vogliamo parlare degli occhi e delle palpebre degli uccelli: si tratta di un organo studiato ancora poco dalla scienza. Prima di tutto però occorre parlare di come l’uomo sia capace di gestire i suoi occhi, o meglio, le sue palpebre. Il movimento che queste ultime compiono è fondamentalmente involontario, ed in situazioni normali avviene circa 20 volte ogni minuto. Ciò accade per un motivo ben preciso, ovvero la pulizia e l’idratazione dell’occhio. Quando necessitiamo di concentrazione visiva, i battiti medi delle palpebre si abbassano notevolmente.
Uno studio condotto da Jessica Yorzinski, ricercatrice presso l’Università del Texas ha voluto capire se tale ratio venga attuata anche nel mondo animale. Nello specifico i protagonisti di questo lavoro, pubblicato su Biology Letters sono i gracchi messicani.
Una scoperta interessante
Grazie al futuristico casco fornitole da un’azienda che solitamente studia gli occhi umani, la ricercatrice ha potuto studiare il comportamento delle palpebre degli uccelli in vari contesti. Dopo aver visionato le registrazioni, la Yorzinski ha tratto alcune conclusioni molto interessanti.
Sembra che il gracchio messicano attui un comportamento oculare molto simile a quello umano. Nel momento del volo, la frequenza dei battiti delle palpebre è notevolmente ridotta rispetto a quando l’uccello sosta a terra o sul ramo di un albero.
Scendendo ancora più nel dettaglio, la ricercatrice sostiene che durante la fase di discesa il movimento delle palpebre sia pressoché assente. Ciò a testimoniare la massima concentrazione del gracchio. Insomma, le statistiche andranno implementate e lo studio ornitologico andrà effettuato su diverse specie, ma sembra proprio che gli occhi e le palpebre funzionino allo stesso modo per il mondo animale tutto.