Purtroppo conosciamo perfettamente gli ingenti danni che un qualcosa di semplice come il fuoco può provocare al nostro Pianeta. Quando i nostri antenati scoprirono la sua esistenza rimasero estasiati dalle sue potenzialità, ma di fatto realizzarono immediatamente il pericolo che avrebbero corso. In questo caso ci riferiamo alla potenza che un incendio dimostra di avere nel momento in cui ha terreno fertile davanti a se. Questo, banalmente, ha la peculiarità di non far distinzione alcuna tra le sue vittime, colpendo tutto ciò che è infiammabile. Come già detto purtroppo sappiamo benissimo che, quando le caratteristiche del territorio lo permettono, gli incendi sono capaci di radere al suolo intere foreste.
Ciò può e deve spaventarci. Programmare una ripartenza dopo degli episodi simili però non è così facile: non tutti i terreni reagiscono ad una simile tragedia allo stesso modo.
Missione recupero terreni
Un pool di esperti americani provenienti dagli atenei più famosi del continente ha pubblicato da poco una ricerca su Ecological Applications che ha del rivoluzionario. Questi hanno infatti voluto tracciare dei veri e propri profili di terreni più propensi ad un ritorno pressoché subitaneo alla vegetazione. Dopo una serie di incendi nelle foreste infatti non tutti i terreni sono pronti a rendersi disponibili immediatamente.
I ricercatori si sono concentrati prettamente sugli incendi che hanno colpito alcune foreste di conifere nello stato della California abbastanza recentemente. Secondo la loro idea, il lavoro potrà fungere da punto di partenza per quello che è il processo di ripopolamento vegetale delle lande desolate odierne.
Capendo come funziona il terreno infatti possiamo renderci conto di quanto, dove e come intervenire aiutando Madre Natura a fare il suo corso. In poche parole comunque il tasso da osservare con più attenzione è quello relativo alla siccità. Quanto più sarà secco il terreno sotto alle foreste bruciate dagli incendi, tanto più sarà lenta la possibilità di riutilizzo.
A rischiare più della media dunque sono i boschi di conifere che si trovano a media e bassa quota: questi infatti sono gli spot dove i cambiamenti climatici hanno mostrato l’impatto maggiore e dove dunque sarà sempre più difficile restituire alla Terra tutto il verde di cui ha bisogno.