Non ci stancheremo mai di ripetere quanto sia divenuta importante per il nostro Pianeta la cura dell’ambiente che i cittadini e le autorità devono osservare. Il disinteresse si è infatti protratto per troppo tempo. Per decenni infatti, logiche consumistiche e ancora di più interessi economici hanno oscurato quella che, al netto dei numeri è una situazione disastrosa. Anche Papa Francesco, negli scorsi giorni, ha voluto dire la sua sui cambiamenti climatici. L’annuncio è stato molto chiaro: entro il 2050, anche la Città del Vaticano rilascerà un quantitativo di emissioni in atmosfera pari a zero.
Anche il piccolo stato della Santa Sede dunque si unisce alla battaglia intrapresa dai vertici politici di tutto il mondo: un cambiamento non è solo necessario, ma addirittura obbligatorio.
Nessuno si tiri indietro
Da molto tempo sosteniamo che le piccole comunità hanno un grandissimo pregio: quello di poter attuare logiche ambientaliste con una maggior efficacia. Il Vaticano dunque nei prossimi anni si convertirà e nel giro di 30 anni raggiungerà il traguardo delle zero emissioni.
High Level Virtual Climate Ambition Summit è stato l’incontro organizzato dalle Nazioni Unite per celebrare i cinque anni dalla firma degli Accordi di Parigi del 2015. A questa conferenza, tramite videomessaggio, ha partecipato anche il Santo Padre, annunciando la svolta epocale. Non che ad oggi si raccolgano cifre esorbitanti rispetto alle emissioni in Vaticano, ma è possibile fare ancora meglio.
La plastica monouso ad esempio è già assente tra le mura della Santa Sede. Ciò che il Papa ha promesso è un impegno per quanto riguarda l’educazione ecologica. Gli oltre 11 milioni di studenti che frequentano le università cattoliche saranno infatti spronati a portare avanti la mentalità ambientalista, insegnando alle generazioni successive il concetto di rispetto. Nel frattempo, Bergoglio varerà delle riforme interne per un parco automobilistico completamente eco-friendly e per ampliare il sistema di raccolta differenziata all’interno delle Mura Vaticane, ad oggi stanziato al 65% delle sue potenzialità totali.