La realtà che si è venuta a creare a seguito della pandemia non è certamente uguale a quella che eravamo abituati a vivere fino all’inizio del 2020. Nel giro di pochi mesi infatti ci siamo trovati a dover far fronte a qualcosa che probabilmente non avremmo mai e poi mai immaginato di avere nel nostro bagaglio di vita.
Il mondo ci ha dato una dimostrazione: dobbiamo incentrare la nostra quotidianità su una nuova – si fa per dire – priorità: il rispetto dell’ambiente. Solo dimostrandoci infatti “amici” della nostra Terra, potremo tornare a vivere in una maniera serena. Questo non è un gioco da ragazzi e occorre tempo. Sembra che però, in moltissime parti del mondo, questo messaggio sia stato recepito.
Non solo acqua
Una delle più grandi causa di inquinamento ad esempio è il trasporto privato. Almeno per quanto riguarda il cosiddetto “mondo civilizzato”, le auto invadono le carreggiate, formando lunghe code e rilasciando polveri tossiche nell’aria. Le autorità di tutto il mondo hanno approfittato delle necessità palesate dalla pandemia per incentivare l’acquisto di mezzi di locomozione a impatto zero.
Anche le città, a livello di infrastrutture, devono prepararsi a questa svolta epocale. Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato i rimedi ideati nella città spagnola di Barcellona, oggi vogliamo tornare nel nostro paese. Venezia infatti si appresta ad ospitare ulteriori 15 chilometri di piste ciclabili, che porteranno il totale a 182. L’area preferita dai ciclisti (sia con bici di proprietà, sia approfittando del servizio di sharing) è quella di Porto Marghera.
Perché Venezia non è soltanto la laguna e l’acqua alta: sulla terraferma ed in tutto l’interland le macchine ci sono eccome. Speriamo che prossimamente si possano lasciare nei garage e che i cittadini approfittino sempre di più delle piste ciclabili messe a disposizione!