Secondo uno studio, le cozze rischiano di diventare in futuro sempre meno commestibili: la colpa è dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale che minano il loro sistema immunitario rendendole pericolose per l’uomo
Secondo uno studio condotto dagli scienziati della Gothenburg University in Svezia, del Centre for Environment Fisheries and Aquaculture Science britannico e di altri centri di ricerca, potremmo non mangiare più cozze in futuro per colpa dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature infatti mette a rischio il loro sistema immunitario e quindi la loro salute: ciò le rende pericolose per l’uomo che le consuma.
Le temperature del mare continueranno a crescere di molto nei prossimi anni, soprattutto nelle aree tropicali dove aumenteranno le precipitazioni: ciò ridurrà la concentrazione salina degli oceani. Questi cambiamenti avranno conseguenze drastiche sui batteri e plancton dei mari che sono alla base della catena alimentare marina. L’aumento dei batteri che producono tossine porterebbe quindi dei danni ai molluschi tra cui le ostriche e le cozze mettendo quindi a rischio la salute dell’uomo.
Nello specifico gli esperimenti dei ricercatori hanno preso in esame cozze prelevate dalle acque del sud dell’India, esponendole ad alte temperature e bassa salinità facendole convivere con plancton e batteri tossici: i risultati hanno mostrato conseguenze gravi sul sistema immunitario dei molluschi: ragion per cui l’analisi sarà presto estesa a ostriche e vongole, ed è stato già avviato uno studio che analizzi l’impatto del surriscaldamento globale sui gamberi. Uno degli autori della ricerca ha concluso: “i cambiamenti climatici tanno provocando modifiche nella durata dei monsoni, il che sta riducendo significativamente la salinità dell’oceano. È molto probabile che questo aumenti la possibilità di epidemie di plancton tossici e – di conseguenza – di cozze ammalate”.
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