Deforestazione: nel 2017 persa una superficie di alberi pari all’Italia
Nel 2017 il mondo ha perso una superficie di alberi pari all’Italia: i maggiori danni della deforestazione in Brasile, Congo, Indonesia e Madagascar
La deforestazione incontrollata rappresenta uno dei maggiori danni che si fanno all’ambiente e al clima, ma non sembra ancora essersi arrestato nel mondo il taglio senza criterio e spesso illegale degli alberi delle foreste. Al punto che, secondo quanto riporta l’ applicazione Global Forest Watch (GFW), creata dal World Resources Institute per monitorare le foreste globali quasi in tempo reale, nel 2017 sono stati tagliati 294 mila km quadrati di foreste in tutto il mondo: uno spazio equivalente alla superficie dell’Italia.
Ad essere più danneggiate dalla deforestazione sono le aree tropicali, quindi il Brasile, la Repubblica Democratica del Congo, l’Indonesia, il Madagascar e la Malesia. Luoghi in cui avviene un disboscamento spesso illegale per riconvertire le aree alla coltivazione della soia o di olio di palma e agli allevamenti di bovini, con una velocità che vede sparire l’equivalente di quaranta campi da calcio al minuto. Un trend che per l’anno passato è di poco inferiore al dato del 2016, segno dunque che l’inversione di tendenza non è affatto avvenuta.
I danni della deforestazione sono immensi: oltre a danneggiare il clima globale, si intaccano in modo irreversibile il benessere della biodiversità e delle stesse comunità locali che dagli alberi traggono mezzi di sostentamento. Le foreste catturano carbonio dall’aria, influenzano il vento, le precipitazioni e la chimica dell’atmosfera: tagliare gli alberi senza controllo significa modificare in modo irreversibile il clima rendendo il mondo sempre più caldo e secco. Bisogna non solo trovare delle soluzioni in fretta, ma applicarle in tutto il mondo.
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