La copertina del National Geographic denuncia l’inquinamento da plastica
La copertina di giugno della rivista National Geographic è una denuncia all’immensa quantità di plastica che immettiamo nell’ambiente: a rappresentarlo è un iceberg che sotto la superficie nasconde un sacchetto. Planet or plastic?
“Otto miliardi di tonnellate di plastica finiscono negli oceani ogni anno. E questa è solo la punta dell’iceberg” recita la copertina-denuncia del numero di giugno del National Geographic, dedicata all’immensa quantità di plastica che ogni giorno viene prodotta e immessa nell’ambiente. A rappresentarla simbolicamente è l’immagine della punta di un iceberg in mezzo all’oceano, che sotto la superficie rivela invece un sacchetto di plastica immerso in acqua, accompagnato dalla domanda “Planet or plastic?”
L’illustrazione e la rielaborazione grafica dell’immagine sono dell’artista messicano Jorge Gamboa; la copertina vuole essere una provocazione e porre l’attenzione su quello che è attualmente il problema più grave rispetto l’ambiente: l’inquinamento causato dall’enorme quantità di plastica, problema la cui risoluzione non può più essere rimandata. Gamboa, che aveva già presentato l’opera chiamata “Iceberg Plàstico” alla Biennale di manifesti della Bolivia, nel 2017, dove ha vinto il primo premio per la categoria Manifesti politici e sociali, ha colto nel segno. I lettori hanno apprezzato il modo forte di lanciare un messaggio, e secondo Vaughn Wallace, il Senior Photo Editor del National Geographic, la copertina di giugno della rivista è destinata a diventare la copertina del secolo.
Rispetto al problema della plastica sono molte le denunce, anche da parte di Greenpeace, che ricorda che le timide misure finora messe in atto non sono sufficienti a fermare l’inquinamento e a salvare il pianeta. Ogni minuto finisce in mare l’equivalente di un camion pieno di plastica: è evidente come tutti, governi e multinazionali fino ai singoli cittadini, debbano attivarsi in modo reale per dare al pianeta una speranza di sopravvivere nel futuro.
Photo credit: @NationalGeographic/Pixabay.it
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