5 ettari di foresta per combattere l’inquinamento causato dallo stabilimento siderurgico dell’Ilva nella città di Taranto, dove la percentuale di tumore infantile è la più alta d’Europa. Il primo step la piantumazione di 260 lecci.
A Taranto sorgerà una foresta di 5 ettari per contrastare l’inquinamento dello stabilimento dell’Ilva, azienda italiana che si occupa della produzione e trasformazione dell’acciaio. Il primo step dell’iniziativa promossa dal Rotary club locale è stato avviato venerdì 27 aprile, con la piantumazione di 260 lecci, che rappresentano la prima fetta di quella che sarà un’area boschiva urbana grande 5 ettari a ridosso del colosso siderurgico.
Un progetto che arriva dopo anni di inquinamento atmosferico, con emissioni di diossina e altri residui industriali rilasciati nell’aria dall’Ilva e che ha creato non pochi danni alla salute degli abitanti del quartiere Tamburi di Taranto. La città pugliese ha una percentuale di tumori e mortalità infantile ben al di sopra delle media regionale. E in Europa Taranto ha il triste primato per quanto riguarda la percentuale di tumori infantili. Il funzionamento della foresta sarà quindi quello di “ripulire” in primis il terreno inquinato in questi anni dallo stabilimento tramite l’effetto della fitodepurazione, ovvero un processo attraverso il quale le radici riescono ad assorbire i metalli pesanti dalle radici.
Dopo i 260 lecci il Comune di Taranto, grazie ad un finanziamento di 6,8 milioni di euro (dei 40 stanziati dallo Stato per il recupero del quartiere di Tamburi) porterà la foresta ad una dimensione di ben 5 ettari. In occasione della piantumazione degli alberi, venerdì e sabato si è svolta una conferenza sul tema salute materna e infantile organizzata da Rotary International e con l’intervento di diversi esperti.
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