Nell’Oceano Pacifico c’è un’isola interamente composta di rifiuti di plastica grande tre volte la Francia. Le dimensioni sono di 16 volte più grandi di quanto previsto, e la crescita è incontrollata.
C’è un gigante di plastica nelle acque cristalline del Pacifico, fra località a vocazione turistica come le Hawaii e la California che cresce a dismisura. Si chiama “Great Pacific Garbage Patch”, una vera e propria isola di plastica che i ricercatori della fondazione olandese Ocean Cleanup hanno di recente ripercorso scoprendo essere 16 volte più grande di quanto stimato sinora. Numeri da fare impressione: 80 mila tonnellate di rifiuti che galleggiano su una superficie grande 1,6 milioni di chilometri quadrati. Una discarica marina a cielo aperto grande tre volte la Francia e cinque volte e mezzo l’Italia.
La nuova esplorazione della Ocean Cleanup ha offerto nuovi dettagli pubblicati su Scientific Reports, secondo i quali la concentrazione di spazzatura è passata dai 400 grammi per chilometro quadrato degli anni ’70 a 1,23kg nel 2015. Il 99,9% dei rifiuti è plastica, e quasi la metà sono reti di plastica. Una velocità di crescita decisamente preoccupante, e per la quale non si stanno cercando azioni risolutive o quantomeno contenitive.
Inoltre, circa il 60% della plastica è meno densa dell’acqua e quindi, una volta scaricata in mare, galleggia finendo per essere trasportate dalla correnti superficiali e dai venti fino ad arrivare sulle coste. Una criticità non solo dal punto di vista dell’impatto ambientale a livello puramente estetico, e quindi con potenziali conseguenze sul turismo di quelle aree, ma anche (e soprattutto) un danno per la fauna marina: spesso questi rifiuti si degradano in pezzi più piccoli finendo per essere ingeriti da pesci e plankton entrando – pericolosamente- nella catena alimentare.
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