Dieta senza glutine: problemi per i non celiaci
Mentre anni fa la dieta senza glutine era appannaggio per soli celiaci – ovvero persone affette da un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue causata da intolleranza al glutine – oggi, forse un po’ per “moda”, sono tanti quelli che ricorrono a diete gluten free anche se non hanno problemi di intolleranza. Una scelta che, secondo una ricerca australiana, potrebbe dare qualche problema di salute.
Sotto la guida del dottor Michael Potter dell’Hunter Medical Research Institute, un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle (UON) ha evidenziato alcuni effetti negativi del passaggio ad un’alimentazione priva di glutine quando non necessario per motivi di salute. Lo studio è stato pubblicato sul Medial Journal of Australia.
Ma quali sarebbero i rischi per chi assume cibo senza glutine ma non soffre di celiachia? “Diversi studi hanno dimostrato che le diete prive di glutine potrebbero non fornire quantità adeguate di oligoelementi e vitamine come calcio e vitamina D – spiegano i ricercatori – . Una dieta priva di glutine può influenzare negativamente i fattori di rischio cardiovascolare come i livelli di colesterolo totale, l’aumento di peso che porta all’obesità, l’intolleranza al glucosio e la pressione sanguigna”. Spesso, infatti, i prodotti gluten free vengono realizzati con farina di riso che è povera di proteine e micronutrienti oppure contengono grandi quantità di olio, sale o altre sostanze per ottenere il sapore e la consistenza del pane e pasta tradizionali. Quindi in questo caso il consumatore potrebbe andare incontro a problemi di obesità o diabete a causa del più alto livello di glicemico.
La ricerca ha però preso in esame tutti quegli alimenti che vengono convertiti in gluten free (in maniera forzata), mentre sarebbe sicuramente più sana una dieta senza glutine naturale e che si basa su cereali o pseudocereali come miglio, quinoa, amaranto o grano saraceno. In questo caso è probabile che i risultati sarebbero differenti.
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