BUCO NELL’OZONO AI MINIMI STORICI DAL 1983: BUONA NOTIZIA?
Diversi studi hanno confermato che il buco nell’ozono è ai minimi storici dal 1983, momento di minima espansione da quando si ha la possibilità di calcolare un certo tipo di grandezze. La sua superficie oggi è di 9,3 chilometri quadrati. Si tratta di un record molto positivo. Significa che la riduzione dei gas attuata dopo il Protocollo di Montreal del 1989 ha dato i suoi frutti.
In questo momento la superficie corrisponde all’incirca con la grandezza dell’Europa. Il dato è sconcertante se pensiamo che solamente un anno fa il buco era più grande del 60% rispetto ad oggi. Un cambiamento così repentino però ha dato da pensare moltissimo ai ricercatori, che ne hanno capito il reale motivo.
Non esattamente una buona notizia
Fino ad ora, leggendo di una riduzione del buco nell’ozono non ci sembrerebbe una cattiva notizia. Non lo è, ma la realtà dei fatti è che questo velocissimo restringimento ha un motivo che non è di certo “positivo“. Solitamente il buco è situato nella zona dell’Antartide, dove è stato registrato un cambiamento delle temperature medie considerevole negli ultimi anni. Ad esempio, durante il 2019, nella stratosfera corrispondente alla zona del Polo Sud, sono state misurate temperature di quasi trenta gradi più alte rispetto alla media del periodo.
Non ci vuole uno scienziato per capire che una cosa del genere sia anormale. Di conseguenza c’è da rivalutare la positività della notizia della riduzione. Sarebbe ottima se fosse dovuta esclusivamente a motivi relativi al rispetto del nostro pianeta. Il fatto che sia legato all’aumento medio delle temperature non può far altro che lasciare un po’ di amaro in bocca.