Centrale elettrica alimentata dal moto ondoso: l’invenzione rivoluzionaria di Eni
E’ stata installata nell’Adriatico, a largo di Ravenna, il primo impianto che trae energia dalle onde. La centrale elettrica in questione sarà alimentata dal moto ondoso, e fornirà energia pulita ad una piattaforma a largo per l’estrazione di gas. L’installazione dell’Eni è una rivoluzione.
Una piattaforma che trae energia dal mare
L’impianto del Politecnico di Torino è stato sviluppato dalla società distaccata Wave For Energy, che gli ha dato il nome di Iswec (Inertial Sea Wave Energy Converter). Questo progetto è un’innovazione: innanzitutto, è la prima centrale ibrida al mondo “onde-solare”, ed i tre impianti di cui è composta si alimentano l’un l’altro.
Come funziona?
Iswec produce energia solare di giorno e quella dal moto ondoso di notte. Questo progetto è composto da tre impianti: il dispositivo che ricava l’energia dalle onde è collegato ad un sistema di celle fotovoltaiche e da batterie, che sono situate sulla piattaforma. In tal modo i tre impianti si forniscono energia tra di loro, rendendone continua la fornitura.
L’innovazione sta, soprattutto nello stoccaggio di energia che assicura una fornitura costante di energia senza ricadute. L’Eni può così, decarbonizzare l’alimentazione della trivella off shore, impiegata nell’estrazione di gas, fornendogli energia pulita. La centrale è ancorata a largo della costa di Ravenna, vicino la piattaforma, ed ha la forma di una boa galleggiante. Essa è lunga 10 metri, ha un altezza di 2,9 metri, di cui uno solo sporge fuori dall’acqua; ed è larga 5 metri. Al suo interno ha un giroscopio che assorbe l’energia meccanica prodotta dalle onde e, muovendo un alternatore, la trasforma in energia pulita.
L’impianto ha raggiunto una potenza superiore a 53 kw: questo vuol dire che è riuscito ad usare il 103% della sua capacità. Come scrive nel comunicato, per Eni “le onde sono la più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo e rappresentano una fonte di energia molto promettente per il futuro“.