Sardegna, la “Rivolta degli Ulivi” nelle campagne: perché si protesta
In Sardegna, il cuore pulsante delle tradizioni e della cultura locale si è risvegliato di fronte a una sfida che minaccia l’integrità del suo paesaggio.
Nelle campagne di Selargius, un’ondata di protesta popolare, denominata “rivolta degli ulivi”, sta scuotendo le fondamenta della comunità in risposta all’esproprio delle terre per la realizzazione del Tyrrhenian Link.
La “rivolta degli ulivi” ha trovato il suo inizio nell’azione forzata dell’esproprio delle terre di Gianluca Melis, un cittadino determinato a non cedere le sue proprietà alla società Terna. Quest’ultima, responsabile del progetto Tyrrhenian Link, mira a collegare l’isola alla penisola attraverso cavi sottomarini per trasportare energia elettrica prodotta dagli impianti eolici sardi. Il tentativo di sradicare gli ulivi dalle terre di Melis ha suscitato una reazione veemente da parte della comunità locale.
La risposta della comunità non si è fatta attendere: un centinaio di persone si sono unite in un presidio permanente intorno ai terreni minacciati, determinate a proteggere gli ulivi e resistere contro quello che percepiscono come un atto ingiusto. Questo movimento simboleggia non solo la difesa dell’ambiente ma anche quella dell’identità culturale sarda.
Il Dibattito sul Tyrrhenian Link
Nonostante il Tyrrhenian Link sia considerato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica come infrastruttura strategica essenziale per gli obiettivi di transizione energetica del paese, i cittadini locali vedono nel progetto una minaccia al proprio territorio. La presenza già marcata di basi militari e poligoni di tiro rende ancora più delicata la situazione.
La protesta ha catalizzato l’attenzione su scala regionale, attirando supporto sotto forma di donazioni d’alberi da piantare nei terreni espropriati. Agronomi hanno selezionato varietà resistenti alle alte temperature da piantare come simbolo della resistenza sarda contro le azioni percepite come ingiuste da parte della Terna.
Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, pur esprimendo sostegno alla transizione ecologica, ha enfatizzato l’importanza che la popolazione locale abbia voce attiva nella gestione del proprio territorio. In linea con questo pensiero, è stato approvato un disegno di legge regionale che limita temporaneamente nuovi impianti energetici rinnovabili implicanti occupazione aggiuntiva del suolo.
L’appello ai cittadini è chiaro: donare piante da inserire nei terreni espropriati come gesto simbolico ma concreto verso la causa. Ogni pianta porterà con sé un messaggio – identità, coraggio o resistenza – diventando parte integrante dello spirito combattivo che anima questa rivolta.