Plastica finita in mare, la piattaforma paga chi la raccoglie: l’idea partecipativa è geniale
Alcune startup stanno dimostrando che la lotta contro l’inquinamento marino può essere affrontata con successo.
La crescente crisi dell’inquinamento marino rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. Milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno negli oceani, causando danni incommensurabili alla fauna marina e agli ecosistemi. Affrontare questa emergenza richiede soluzioni innovative e collaborative che coinvolgano diverse comunità e settori.
In questo contesto, emergono iniziative che mirano a coinvolgere attivamente i cittadini e i professionisti del mare nella lotta contro l’inquinamento. Una di queste iniziative sta dimostrando che è possibile trasformare un problema in una risorsa, incentivando le persone a contribuire attivamente alla pulizia degli oceani e a trarre benefici da questa attività.
Coinvolgimento delle comunità locali e dei pescatori: l’approccio innovativo alla raccolta della plastica in mare
La startup Ogyre ha sviluppato una piattaforma che offre compensi a pescatori e cittadini per la raccolta della plastica marina. Questo progetto, avviato nel 2020 con la campagna “Fishing for Litter”, punta a coinvolgere comunità costiere in tutto il mondo. La piattaforma permette ai partecipanti di iscriversi e ricevere un compenso per ogni chilogrammo di plastica recuperata durante le attività di pesca.
Un esempio di successo di questa iniziativa è la collaborazione tra Ogyre e l’azienda Rekeep, leader nel settore dell’integrated facility management. Insieme, hanno lanciato un ambizioso progetto con l’obiettivo di raccogliere diecimila chilogrammi di plastica entro la primavera del 2026. La partnership, iniziata ad aprile, coinvolge pescatori in diverse regioni del mondo, tra cui Italia, Brasile, Indonesia e Grecia.
Il modello di Ogyre prevede il finanziamento di attrezzature, logistica, formazione e compensi per i pescatori coinvolti. Questa strategia incentiva la raccolta di rifiuti plastici ma soprattutto assegna un ruolo centrale alle comunità locali, che conoscono profondamente il problema e subiscono gli effetti dell’inquinamento marino. I pescatori, che spesso affrontano alti costi di smaltimento dei rifiuti raccolti durante la pesca, trovano in questo progetto un doppio vantaggio: un guadagno extra e una soluzione al problema dello smaltimento.
I rifiuti raccolti vengono pesati, analizzati e registrati in un archivio digitale trasparente, accessibile pubblicamente attraverso una piattaforma online. Questo sistema permette di monitorare in tempo reale i progressi del progetto e di certificare i contributi utili al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030. Nei primi due mesi di attività, sono stati raccolti quasi 1.800 chilogrammi di plastica.
Iniziative come queste stanno già mostrando risultati positivi. Ad esempio, in Indonesia, le foreste di mangrovie stanno ripopolandosi grazie alla riduzione dei rifiuti marini. La visione a lungo termine di Ogyre e Rekeep è di espandere questo modello su scala europea, con l’obiettivo di raccogliere trenta milioni di chilogrammi di rifiuti plastici nei prossimi anni.