Salute e benessere

Tumori, lo studio tutto italiano che potrebbe segnare la vera svolta nella cura: “Le cellule ritornano benigne”

Se sostenuta adeguatamente, questa ricerca potrebbe offrire nuovi strumenti per combattere migliorare la qualità della vita dei pazienti.

La scienza percorre molte strade diverse nel tentativo di trovare cure efficaci per le malattie più gravi che affliggono l’umanità. Dalla genetica alla farmacologia, ogni ramo della ricerca scientifica offre un contributo unico nella lotta contro patologie complesse come il cancro. Tuttavia, esistono campi di studio meno noti che, pur non avendo ancora portato a risultati concreti, presentano prospettive estremamente interessanti.

Tra questi, la ricerca sulla reversibilità dei tumori è uno degli ambiti più promettenti e al contempo meno esplorati. Sebbene i finanziamenti siano scarsi e l’attenzione mediatica limitata, gli scienziati continuano a lavorare con determinazione per svelare nuovi metodi che potrebbero rivoluzionare il trattamento del cancro.

La reversione tumorale: un nuovo approccio nella lotta al cancro

La “reversibilità tumorale” è un concetto che affonda le sue radici nelle ricerche degli anni Sessanta e Settanta. Studi pionieristici condotti da ricercatori come Armin Brown e Robert McKinley hanno dimostrato che cellule tumorali impiantate in embrioni di piante e animali non progredivano in tumori maligni. Questi risultati aprirono la strada a ulteriori indagini sul fenomeno della “tumor reversion”.

Il team del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma, coordinato dal professor Mariano Bizzarri, è oggi all’avanguardia in questo campo. Recentemente, hanno scoperto che sostanze derivate da uova di zebrafish e trota possono convertire cellule cancerose umane da maligne a benigne.

prosegue la ricerca sulla reversibilità dei tumori
La ricerca offre nuove prospettive per trattamenti oncologici meno invasivi e più mirati – biopianeta.it

Il ricercatore Andrea Pensotti, insieme a Bizzarri e alla professoressa Marta Bertolaso dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha sintetizzato più di ottant’anni di ricerca sulla reversione tumorale e ha finalmente pubblicando il primo studio globale su questo argomento su “Oncology Reports”.

Gli esperimenti condotti presso il Laboratorio di Biologia Sistemica della Sapienza hanno mostrato che le cellule tumorali trattate con estratti di zebrafish e trota perdono la capacità di metastatizzare e ritornano a uno stato più normale.

Sebbene la mancanza di fondi rimanga un grosso ostacolo, la prospettiva futura di questa ricerca è promettente. Il team italiano sta lavorando per brevettare un mix specifico di sostanze che potrebbero essere sintetizzate biotecnologicamente e utilizzate per affiancare le terapie oncologiche esistenti. L’obiettivo non è solo raggiungere la reversione del cancro, ma anche promuovere la “tumor dormancy”, ovvero l’arresto della crescita del tumore.

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