Carne coltivata, italiani spiazzati dopo l’ultima decisione: ecco cosa mangeremo
Gli italiani sono rimasti spiazzati dopo l’ultima decisione arrivata riguardo alla carne coltivata: cosa è stato deciso e che cosa si mangerà.
Quando si parla di carne coltivata non ci si riferisce alla carne sintetica, ma è vera carne di pollo, maiale, manzo o pesce. È molto simile a quella che si trova dal macellaio, ma l’unica differenza risiede nel modo in cui la si ottiene.
Gli allevamenti spesso sono intensivi, questo è il motivo per il quale il prezzo della carne è economica, ma è vero anche che gli animali passano delle vite poco piacevoli. Senza contare il fatto che il sistema alimentare contribuisce all’effetto serra con il 30% delle emissioni, proprio per questa ragione la carne coltivata potrebbe sembrare la soluzione ideale perché ha un impatto ambientale minore, come quella di origine vegetale.
Per il momento, l’offerta delle carni coltivate è molto bassa, anche perché sono poche le aziende in tutto il mondo che hanno fatto le loro proposte o che l’hanno già messa in commercio. Tuttavia, è importante sottolineare che ci sono grandi ambizioni e la tecnologia tende ad evolversi con rapidità. Nonostante ciò, l’ultima decisione del governo italiano ha spiazzato molti.
Carne coltivata: cosa è stato deciso in Italia
Dopo mesi di discussioni e scontri normativi, il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha ottenuto quello che voleva. È recente e ufficiale la decisione del governo di vietare la produzione e la vendita della carne coltivata in Italia e proteggere il “Made in Italy”. La legge è stata infatti firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
È un divieto preventivo, come se Lollobrigida avesse voluto mettere le mani avanti. Questo perché l’EFSA, l’Autorità europea che si occupa da anni della sicurezza alimentare, fino a questo momento non ha ricevuto delle richieste ufficiali di autorizzazione dai produttori di carne coltivata, quindi non c’è “pericolo” che questa sia prodotta o venduta in Italia, almeno a stretto giro.
In pratica, nel caso in cui una società produttrice deciderà di depositare i propri documenti e avanzare una richiesta specifica, sarà l’EFSA che si prenderà la briga di valutare il prodotto e capire se è sicuro per i consumatori, il tutto dovrà avvenire in circa 18 mesi di tempo. Quindi è facile pensare che il blocco dell’Italia è quantomeno inutile.
Dunque, la decisione di Lollobrigida e la nuova legge in merito alle carni coltivate cambia ben poco. Gli italiani che vorranno mangiare la carne dovranno continuare a comprare quella di sempre e non c’è nessun cambiamento in atto, tranne nel caso in cui ci dovessero essere delle modifiche provenienti dall’UE.