Detersivi ecofriendly per le faccende di casa
Anche i detersivi possono essere bio. In occasione della Giornata della Terra (Earth Day), che si tiene ogni anno dal 1970 il giorno 22 aprile e che viene celebrata in ben 175 Paesi di tutto il mondo, il sito Helpling, conosciuto e molto utilizzato perché mette in contatto famiglie e colf selezionate, ha deciso di dare alcuni consigli su come rendere anche una routine così comune (e a volte noiosa) come quella delle pulizie di casa un insieme di atti consapevoli per preservare la salute del nostro pianeta.
I detersivi: dalle nostre case ai fiumi e al mare
Il problema che si vuole combattere prima di tutto è quello dell’inquinamento proveniente dalle sostanze utilizzate nei detersivi che vengono usati quotidianamente per pulire, dai detergenti per le lavatrici ai saponi per i piatti, dai prodotti usati per pulire i bagni alle pastiglie per le lavastoviglie. I detersivi sono composti organici che servono a rimuovere lo sporco da tessuti e da superfici. Esistono in particolare due tipi di detersivi maggiormente utilizzati: quelli a base di fosforo e quelli a base di agenti tensioattivi. I primi sono altamente caustici, mentre i secondi sono molto tossici. La differenza consiste nel fatto che i detersivi ad agenti tensioattivi sono usati per favorire la bagnatura, la schiumatura, la dispersione e le proprietà emulsificanti dei detersivi. I detersivi a base di fosforo sono invece usati come detersivi per addolcire l’acqua dura e per favorire la sospensione di sporcizia in acqua. Entrambi questi tipi di detersivi hanno effetti deleteri sull’ambiente: i tensioattivi, di derivazione petrolchimica, mista o vegetale, inquinano le acque dei mari e dei fiumi andando ad ostacolare lo scambio di ossigeno come anche il passaggio di sostanze gassose prodotte dalla decomposizione del materiale organico presente nell’acqua, con la conseguenza di distruggere interi ecosistemi. I detersivi a basa di fosforo, invece, provocano la fioritura d’alghe acquatiche, le quali liberano le tossine ed esauriscono l’ossigeno dei canali navigabili. Quando le alghe si decompongono, esauriscono l’ossigeno disponibile per l’intera vita acquatica. Per questo già dal 2013 l’Unione Europea si è attivata con apposite normative per vietare l’uso di fosfati nei detersivi per bucato (dal 1° gennaio 2013) e incoraggiando i produttori di detergenti per lavastoviglie a sviluppare sostanze sostitutive ai fosfati.
I rimedi delle nonne per realizzare detergenti e detersivi bio
Per aiutare a evitare i detersivi chimici arriva uno dei consigli più utili di Helpling: quello di utilizzare ingredienti comuni presenti in tutte le cucine e farli diventare ottimi ed efficaci sostituti. Aceto e limone, ad esempio, sono agenti sterilizzanti in grado di combattere il calcare e di contrastare i cattivi odori. Sono dunque ottimi esempi di ingredienti da utilizzare per pulire le superfici, ad esempio delle cucine (tranne la pietra, che non deve essere trattata con queste sostanze). L’aceto bianco, in particolare, disinfetta, ammorbidisce i tessuti durante il lavaggio, pulisce davvero tutto, dalle verdure ai pavimenti, deodora. Stesse funzioni ha anche l’aceto di mele ma ci vuole più tempo perché si riesca a far andare via il suo odore forte. Il limone può essere trattato per diventare un detergente ma può anche essere usato direttamente: è possibile infatti strofinare le bucce sui rubinetti, sul lavello, addirittura nella vasca da bagno. Un po’ di succo di limone, aggiunto ad un ciclo di lavaggio nella lavatrice, rende ancora più luminosi i panni bianchi e rimuove le macchie minerali. Mezzo limone, poi, inserito nella lavastoviglie aiuta ad eliminare i cattivi odori e rende più profumati piatti e stoviglie. Anche il forno a microonde può essere pulito grazie a mezzo limone messo all’interno di una ciotola d’acqua. Basterà far andare il forno ad alta temperatura per tre minuti e poi lavarlo per avere una pulizia profonda e un buon profumo. Ottimo prodotto per le pulizie è il bicarbonato. Se diluito in poca acqua aiuta a creare una pasta che, passata su qualsiasi superficie (tranne quelle colorate) e lasciata a riposare per una ventina di minuti, assicurerà ottimi risultati, sia nel forno che nei bagni. Basta poi aggiungerne una quantità minima all’acqua calda per pulire i pavimenti di casa. Se limone e bicarbonato sono più conosciuti come ingredienti capaci di aiutare nelle pulizie di casa, la sorpresa arriva da altri due elementi presenti nelle nostre case e molto usati nelle nostre cucine: l’olio di oliva e i chicchi di caffè. Il primo, usato dopo la pulizia, è perfetto per lucidare le superfici in acciaio o le maniglie delle porte. Inoltre è un rimedio perfetto per eliminare il cattivo odore proveniente dal lavabo: basterà mescolarne alcune gocce con un olio essenziale, versare il composto nel lavandino e in breve si avrà in tutta la casa un piacevole profumo. L’olio poi è un aiuto molto valido per lucidare i mobili: insieme a aceto e un cucchiaio di sale grosso sarà perfetto per legni chiari; usando invece il vino rosso al posto dell’aceto si creerà una mistura indicata per i legni scuri. I chicchi di caffè mescolati con un po’ d’acqua diventano un ottimo detergente per i piatti. Inoltre anche i chicchi di caffè possono aiutare a eliminare cattivi odori, ad esempio se posizionati nel frigorifero o nel cestino dei rifiuti. I fondi di caffè sono invece ottimi per assorbire l’unto sulle padelle. Anche altri ingredienti possono essere usati come valide alternative nelle pulizie di casa, come ad esempio l’olio di cocco, perfetto per rimuovere le macchie dalla tappezzeria e dai tappeti e per eliminare i chewing gum; la mollica del pane, per pulire le macchie sui muri e su superfici come le pitture ad olio; la birra, ideale per ravvivare i mobili in legno e pulire l’argenteria.
No allo spreco, sì al riciclo
Oltre ai rimedi naturali per le pulizie, utilizzati appunto per contrastare e diminuire l’uso di detersivi chimici, importanti consigli per salvaguardare il nostro pianeta riguardano anche i materiali che normalmente utilizziamo nelle nostre case. Spugne e stracci, ad esempio, vengono cambiati molto frequentemente per evitare la coltura di germi e batteri, arrivando al consumo di quasi 2800 spugne in media in tutta la nostra vita. Ma se invece di buttarla, la spugna, la mettessimo in lavastoviglie per igienizzarla profondamente e poi la riutilizzassimo? Inoltre è importante non usare con leggerezza i rotoli di carta: molto meglio riutilizzare vecchie magliette che possono poi essere lavate e durare nel tempo come perfetti strumenti di pulizia. Insomma, le parole d’ordine sono riciclo e riutilizzo per evitare inutili sprechi dannosi all’ambiente. Vecchie spugne utilizzate in cucina potranno essere riutilizzate per pulire i bagni (ricordatevi però di tagliarne gli angoli per non confondervi con quelle che usate ancora in cucina); vecchi spazzolini da denti diventeranno ottimi strumenti per pulire le fughe delle piastrelle o gli angoli difficili da raggiungere. Oltre alla possibilità di riciclare i materiali è poi importante valutarne la durata di vita. Quindi, preferire, ad esempio, secchi di zinco a quelli di plastica, più fragili e quindi meno durevoli, o scope con manici in legno che possano essere rimosse e messe in lavatrice.
Attenzione alle etichette
L’ultimo consiglio riguarda il momento dell’acquisto, quando è necessario scegliere tra diversi prodotti: è qui che le nostre decisioni possono andare a nuocere o al contrario ad aiutare il nostro pianeta. Poniamo quindi molta attenzione che sulla confezione del prodotto sia presente il simbolo della certificazione Icea, Istituto Certificazione Etica e Ambientale. Molti dei detergenti che facciamo entrare nelle nostre case, infatti, possono contenere formaldeide o cloroformio, ingredienti che la World Health Organization ritiene da tempo cancerogeni. Buona norma dunque è quella di leggere le etichette, anche se a volte può non bastare, in quanto molti prodotti definiti “green” in realtà non lo sono affatto. Per questo serve informarsi, in particolare facendo attenzione a quella che viene chiamata la pratica del “greenwashing”, quando cioè le aziende pubblicizzano i propri prodotti come biologici ed eco-friendly senza che vi sia un fondamento reale solo per migliorare la propria immagine agli occhi dei consumatori. Un modo per non farsi ingannare in realtà c’è ed è quello di prendere il maggior numero di informazioni su tali aziende: eventuali incongruenze potranno essere d’aiuto per riconoscere chi dice il falso.