Perché si fa fatica a camminare sulla neve? Il motivo sta tutto qua
Quando camminiamo sulla neve facciamo più fatica, lo sappiamo tutti. Ma vi siete mai chiesti qual è il vero motivo?
Tutti ne abbiamo fatto esperienza in qualche modo: camminare su una superficie morbida e cedevole, come la neve in inverno o la sabbia in estate, ci costa più fatica rispetto alla camminata su un terreno piano e rigido come l’asfalto.
Immediatamente ci accorgiamo, in questa situazione, che i muscoli collegati alle ginocchia e alle anche si affaticano maggiormente. Ma per quale motivo fatichiamo di più? Qual è la vera causa?
Perché facciamo più fatica a camminare sulla neve
A lungo gli scienziati si sono “fidati” della teoria secondo la quale le superfici morbide avrebbero ostacolato il movimento a “pendolo invertito” del corpo, ovvero l’azione che facciamo “buttandoci in avanti” e facendo perno con un piede sul terreno, seguendo un movimento che ci consente di risparmiare molte energie.
Tanto ci si è fidati di questa teoria che nessuno aveva mai veramente studiato la ragione che sta dietro al maggiore affaticamento di una camminata su un terreno morbido. Questo finché della cosa non si è occupata Barbara Grant, scienziata dell’Università di Liverpool.
La ricercatrice britannica, esperta di locomozione, anatomia e biomeccanica, ha voluto vederci più chiaro. Perciò ha chiesto a dei volontari di camminare su una superficie dura o su dei materassi di gomma. Nel frattempo registrava i movimenti dei partecipanti all’esperimento.
Il risultato ha mostrato che, contrariamente alla teoria in voga, anche sulle superfici morbide tendiamo a mantenere il normale movimento a pendolo invertito. A farci affaticare non è tanto il tipo di movimento eseguito, ha scoperto l’esperta, quanto la lunghezza dei passi.
«Sul morbido», si è accorta Barbara Grant, i camminatori «tendono anche a fare passi più lunghi, sbilanciandosi e facendo lavorare di più i muscoli collegati a ginocchia e anche». In sostanza, ha aggiunto, «è questo extralavoro che produce la fatica del camminare sulla sabbia o sulla neve».
Secondo lo studio di Grant, le persone camminano in maniera differente sulla neve e sulla sabbia rispetto alle superfici dure. Analizzando le forze sotto i loro piedi e la quantità di ossigeno consumata da ciascuna persona ha scoperto che camminare su superfici morbide, come sabbia, fango e neve, costringe le persone a fare passi più lunghi e a compiere movimenti più ampi a livello dell’anca e del ginocchio. Tutte azioni che fanno consumare più energia rispetto alla camminata su una superficie solida.