Angelo della morte sempre più diffuso, come riconoscere il fungo più velenoso di tutti
C’è un fungo mortale che è sempre più facile incontrare, riconoscerlo è d’obbligo per chi frequenta i boschi. E’ l’Angelo della morte.
Ormai l’autunno ha fatto la sua comparsa e, dopo i mesi di bel tempo durati fino ad ottobre, le piogge sono iniziate a scendere copiose ed il bosco in questa condizione ha iniziato a regalare i suoi frutti migliori.
I funghi sono una delizia che molti amano cercare, una passione spesso radicata fin da piccoli e tramandata di generazione in generazione, tuttavia, ogni qual volta ci si avvicina a questo mondo, bisogna fare moltissima attenzione. Nei boschi nostrani è frequente la presenza di un fungo particolare in grado di uccidere una persona adulta che ne abbia ingerito anche solo pochi grammi, riconoscerlo è fondamentale.
Tignosa verdognola o Angelo della Morte, l’Amanita Phalloides è il fungo più letale di tutti!
Andar per funghi richiede conoscenze specifiche e l’aver partecipato ad un corso di micologia, ad ogni modo, nonostante ciò, sono moltissime ogni anno le persone che periscono a causa dei funghi e colei che miete più morti in assoluto è l’Amanita Phalloides. Questo fungo è conosciuto con diversi nomi e non rispecchia l’ideale di fungo velenoso che tutti immaginiamo. Le fiabe, infatti, hanno spesso deviato la nostra percezione e sono in molti a credere che sia l’Amanita Muscaria, il classico fungo rosso a puntini bianchi ad essere il più letale.
In verità è la sua cugina Amanita Phalloides a detenere questo primato ed una sua assunzione accidentale è in grado di distruggere il nostro fegato portando in pochi giorni alla morte o costringendo chi sopravvive ad una perenne emodialisi o ad un trapianto. Riconoscere questo fungo però non è così impossibile, alcuni tratti distintivi, infatti, possono facilitarci di molto il riconoscimento.
Partendo dal cappello questo si presenta di colore grigio giallastro, tendente al verde ma può essere anche bianco, liscio senza verruche e con fibrille. Le lamelle sono bianche e alte e non si attaccano al gambo, quest’ultimo invece si presenta bianco, prima pieno e poi cavo in esemplari maturi. Una delle particolarità di questo fungo è la presenza di un bulbo alla base del gambo e di un anello giallognolo che cade su di esso quasi come un fazzoletto.
La carne si presenta bianca, immutabile e soda, ma è assolutamente vietato raccoglierlo e mangiarlo visto che solo 3-7 milligrammi possono bastare ad uccidere un uomo. La sua presenza sul territorio è diffusa ma non per questo dovremmo fare delle crociate contro questa specie, ogni fungo, infatti, è essenziale per il bosco e quando incontriamo un’Amanita Phalloides non serve calciarla o calpestarla. Tutto ciò che serve è avere le giuste conoscenze ed il rispetto per questa specie, così come dovremmo avere per ogni pianta e animale perché tutti giocano un ruolo importante nel nostro ecosistema.