“Si decompone facilmente”, la scoperta che cambia tutto. Non era immaginabile
È stata appena fatta una scoperta che potrebbe completamente rivoluzionare le carte in tavola: una cosa del genere non si sarebbe mai immaginato.
La ricerca sta facendo passi da gigante, rivoluzionando il modo di interagire con l’ecosistema ed avendo un impatto su di esso quanto più possibile sostenibile. Soprattutto dopo gli ultimi anni del ‘900 quando l’ambiente non sembrava essere un problema e le sue sorti – nonché salute – erano minacciate da montagne e montagne di rifiuti.
Sì, proprio quest’ultima ha visto la sua impennata con utensili usa e getta. L’era del monouso ha provocato una certa sofferenza di tutti gli esseri viventi e non solo, andando ad impattare negativamente. Per questo motivo, si sta tentando il tutto per tutto per studiare un nuovo materiale biodegradabile in grado di riuscire a sostituire le plastiche e le montagne di rifiuti, che impiegano anni per poter essere smaltite.
Bioplastica, ecco le caratteristiche di questo super materiale
Una nuova ricerca dell’università di Washington ha potuto lavorare sviluppando proprio un nuovo materiale in grado di non impiegare dai 50 ai 500 anni per potersi decomporre. La questione ambiente sarebbe davvero seria, un materiale che avrebbe la qualità di biodegradarsi in tempo record è ciò che bisogna assolutamente prendere in considerazione.
Si tratterebbe di nuovissimi polimeri bioplastici in grado di decomporsi alla stregua di una banana. E, quindi, nelle stesse medesime tempistiche. Ovviamente tale frutto ha un tempo di degradazione molto veloce, la buccia infatti impiegherebbe per questo processo circa un mese. Allo stesso modo si potrebbe utilizzare questo polimero bioplastico per oggetti quotidiani dell’industria monouso.
Ovviamente sono state studiate le qualità di questo nuovo materiale, che sembrerebbe avere un alto potere ignifugo. Avrebbe, quindi, un’ottima resistenza al calore, alla luce solare e alle alte temperature. Inoltre, sarebbe utile anche alle componentistiche elettroniche. Deriverebbe dalla polvere di spirulina composta da cianobatteri azzurro-verdi.
L’ok per l’introduzione del polimero bioplastico nell’industria, soprattutto del monouso, sembra essere vicino. Ovviamente ci sono ancora degli aspetti da definire. Ancora oggi, infatti, si sta cercando una soluzione per l’alta fragilità della sostanza, che non permetterebbe ad essa al momento di essere pronta per il lancio sul mercato.
Il composto non riuscirebbe troppo a lungo a resistere sugli scaffali dei negozi, a causa anche di una problematica di scarsa resistenza all’umidità. Quello che si sta facendo al momento è andare ad intervenire lì dove necessario con una o più modifiche che possano rendere il polimero più resistente e superare tali criticità, senza per questo dover rinunciare all’elevato potere di decomponibilità.