Esselunga, battaglia contro la nota catena: cosa sta succedendo
È in corso una vera e propria battaglia contro Esselunga, una delle catene di supermercati più famosa del nostro paese. Ecco il motivo che ha scatenato la rabbia dei cittadini.
Esselunga è una delle catene di supermercati più conosciute in Italia. Vanta più di 170 punti vendita e rappresenta quasi il 10% delle vendite in supermercati e ipermercati del nostro paese. Sono numeri altissimi, soprattutto se consideriamo che i punti vendita di questo marchio, fondato a Milano nel 1957, sono presenti soltanto nel nord e nel centro Italia. Le regioni nelle quali possiamo trovare un supermercato Esselunga, infatti, sono Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Liguria e Lazio. Non esistono punti vendita nel meridione, almeno fino ad oggi.
Il punto di forza di Esselunga è, da sempre, il prezzo, solitamente più basso rispetto a quello che si trova nelle altre catene di supermercati. Inoltre, è stato uno dei primissimi marchi in Europa ad introdurre la spesa online. Lo ha fatto nel 2001, quando internet non era sviluppato e diffuso come oggi e c’era sicuramente più diffidenza. Ma Esselunga ha continuato lo stesso sulla sua strada e si è rivelata vincente, tanto da arrivare al grande pubblico negli ultimi quindici anni. Ultimamente, però, questo noto marchio sta avendo qualche piccolo problema e sembra non sia stata ancora trovata una soluzione per risolverlo. Ecco di cosa si tratta.
Esselunga, gli attivisti provano a bloccare il cantiere
Esselunga sta costruendo un nuovo punto vendita nel Parco Artiglieri della Montagna, nel quartiere San Paolo della città metropolitana di Torino. In questa zona c’è un gruppo di attivisti, che si firma con la sigla Essenon, che sta provando a bloccare il cantiere perché avrebbe violato “la legge comunale del verde pubblico”. Gli attivisti hanno protestato molto nelle ultime settimane perché non vogliono che venga edificato un nuovo punto vendita al posto del giardino pubblico di questa vasta area.
Secondo gli attivisti, esisterebbe una norma che porrebbe un limite del 20% all’edificabilità dei giardini monumentali. Questo limite non, sarebbe stato superato: “Il giardino risulta essere adiacente ad un bene cultura, quindi non edificabile oltre il 20%. È impensabile cementificare ancora il parco”, si legge nell’ultimo comunicato. Questa storia va avanti da molto tempo e sembra non sia destinata a terminare in tempi brevi perché entrambe le parti non riescono a fare un passo indietro.
Secondo gli attivisti, non sarebbe più possibile aggiungere cemento all’interno dei giardini monumentali, ma gli ingegneri del cantiere la pensano in maniera diversa. Ad oggi, nessun responsabile di Esselunga è intervenuto direttamente nella vicenda e non esistono dichiarazioni da parte della proprietà, ma potrebbe accadere qualcosa a breve, proprio per risolvere la questione, in un senso o nell’altro. Gli attivisti hanno dichiarato che attendono una risposta da parte del comune in tempi brevi.