Brutte notizie per il pomodoro italiano, in tanti preferiscono un altro: la classifica
Numeri drammatici arrivano dalla produzione del pomodoro italiano. L’Italia da oggi è “colonizzata” da uno Stato straniero
Continuiamo a sottovalutare gli effetti che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici potranno avere sulla nostra vita. Non solo per ciò che concerne le alte temperature o gli eventi estremi che possono colpire l’uomo. Ma anche per tutto quello che può patire l’ambiente. Un primo effetto lo tocchiamo con mano per ciò che concerne i pomodori, alla base della nostra dieta e che l’Italia ha sempre prodotto in grande quantità.
Ma i cambiamenti del clima, di qualsiasi natura essi siano, danneggiano e non poco le coltivazioni. Ovviamente, in caso di alluvioni, frane e altri eventi estremi, i rischi sono per l’uomo, ma anche per gli appezzamenti di terreno. Non solo, abbiamo avuto prova di come il grande caldo delle settimane di luglio abbia letteralmente “bruciato” ettari ed ettari di coltivazioni in Puglia e in altre regioni.
Pomodoro italiano: i numeri di un disastro
E, allora, adesso si pagano le conseguenze per uno degli ingredienti principali della dieta mediterranea che, da sempre, viene esportato in tutto il mondo: il pomodoro italiano. La raccolta del pomodoro da salsa sta iniziando, ma è fortemente penalizzata dagli effetti dei cambiamenti climatici. Ecco le cifre di quello che potrebbe ben presto materializzarsi come un disastro.
In Italia sono coltivati circa 70mila ettari di pomodoro da salsa. Ma gli ultimi eventi atmosferici hanno colpito i due territori che ne producono la maggiore quantità: la Puglia per il Sud e l’Emilia Romagna per il Nord. Inevitabile, dunque, che si possa iniziare a parlare di vera e propria emergenza. Secondo le prime stime, infatti, la produzione sarà inferiore ai 5,6 miliardi di chili annunciati per il 2023. Una cifra che, ovviamente, non sarebbe necessaria per soddisfare il fabbisogno e che quindi, potrebbe spingere a cercare altrove per colmare il gap.
A fronte della crisi ormai certa del pomodoro italiano, invece, le importazioni di concentrato di pomodoro cinese alle frontiere nazionali sono aumentate del 50%. Il perché di questo boom non si spiega solo con i numeri pessimi della produzione italiana, ma anche con i prezzi a dir poco concorrenziali: il concentrato cinese, infatti, costa la metà di quello italiano, per via dello sfruttamento della forza lavoro che viene effettuato in quel Paese autoritario.
Una vera e propria concorrenza sleale da parte della Cina che va però a innestarsi su una situazione già di per sé complessa per ciò che riguarda il nostro Paese. In Italia, infatti, anche a causa dei rincari sull’energia, i costi di produzione del pomodoro superiori del 30% rispetto alle medie storiche. Della vicenda, associazioni di categoria come la Coldiretti hanno informato il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.