Salute e benessere

Allarme colera | Primo caso in Sardegna: c’è davvero da preoccuparsi?

Allarme colera dopo la conferma del primo caso in Sardegna: non accadeva da 50 anni. Ma c’è davvero da preoccuparsi?

Spaventa il primo caso di colera in Italia dopo l’ultima epidemia del 1973, esattamente 50 anni fa. La preoccupazione è molto elevata dopo il contagio di un uomo anziano in Sardegna, ora ricoverato.

Non è chiaro quale sia stato il vettore di contagio, ma l’uomo, un cittadino di Arbus, ha iniziato ad avere i primi sintomi già da qualche settimana, fino al verdetto che ha lasciato senza parole: colera. Ora è ricoverato nel reparto di malattie infettive nell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, ma c’è già chi teme una nuova epidemia. Ma c’è davvero da preoccuparsi.

Colera in Sardegna: le autorità predicano la calma

Era il 1973 quando l’epidemia di colera a Napoli fece almeno 15 vittime. Fu un periodo di paura e di assoluto divieto di mangiare pesce – soprattutto crudo – con gravi conseguenze per l’economia di quel luogo. Ora, dopo 50 anni, torna la paura per una possibile epidemia di colera che potrebbe tornare ad espandersi nel Paese. Ad oggi le autorità sanitarie non sono ancora riuscite a trovare la causa che ha causato l’infezione dell’uomo, mentre non è ancora chiara quale sia stata la catena del contagio.

Allarme colera
Ecco che cos’hanno detto le autorità sanitarie (Credits foto: Ansa) – BioPianeta

Secondo gli esperti, vi è una possibilità concreta – ma ancora da confermare – di un possibile contagio tramite frutti di mare. Il pesce crudo, infatti, è un perfetto veicolo di questo pericolosissimo batterio e potrebbe essere stata questo il vettore scatenante dell’infezione nell’uomo. Tuttavia, anche l’acqua potrebbe contribuire a diffondere il contagio, dunque per ora le autorità non escludono nessuna pista. L’Asl di Cagliari, tuttavia, ha invitato i cittadini a mantenere la calma in quanto la situazione “è sotto controllo“. Sono stati infatti attivati tutti i protocolli previsti per i casi di questo tipo e l’invito è quello di evitare di mangiare pesce crudo e di fare attenzione alla potabilità dell’acqua.

Il batterio del Colera – il Vibrio cholerae – può infatti diffondersi benissimo nell’acqua, ottimo elemento di proliferazione batterica, ed è importante quindi fare attenzione ad eventuali fontane e sorgenti di acqua non potabile. Il colera può diffondersi anche tramite feci e, come abbiamo visto, cibo (in particolare pesce crudo). I sintomi più diffusi della malattia sono diarrea e vomito, i quali potrebbero portare alla morte per disidratazione.  Al momento, però, la situazione sembra essere sotto il controllo delle autorità, le quali stanno cercando di ricostruire i movimenti dell’uomo negli ultimi mesi e analizzare gli episodi che avrebbero potuto portare al contagio.

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