Ambiente

Riso con sostanze chimiche spacciato per biologico, maxi sequestro in Italia 

La realtà dietro le etichette: questo riso non è biologico come dichiarato e per questo è partito un maxi sequestro in Italia

La consapevolezza ambientale e la responsabilità personale sono diventate la norma, anche al supermercato: abbiamo sempre più preso coscienza di quanto sia importante prenderci cura del pianeta e, di riflesso, della nostra salute. Il cibo biologico, con la sua promessa di produzione sostenibile e rispetto per la natura, ha conquistato i cuori e gli stomaci di molti. Ma cosa significa davvero “biologico”? E come possiamo essere sicuri che il cibo che stiamo acquistando sia veramente biologico?

Il termine “biologico” è un titolo potente. Evoca immagini di campi verdi, animali felici e un pianeta più sano. Ma dietro queste due sillabe si nascondono una serie di regole rigorose e norme precise. Quando parliamo di cibo biologico ci riferiamo a prodotti che sono stati coltivati o allevati secondo dei criteri specifici, e spesso molto stringenti.

Cosa è bio e cosa non è bio

In primo luogo, la produzione biologica richiede l’utilizzo efficiente delle risorse del territorio: questo implica l’abbandono di pesticidi, fertilizzanti chimici e antibiotici, dannosi sia per la nostra salute che per l’ambiente, e la promozione di pratiche sostenibili come la rotazione delle colture, che mantiene il suolo fertile prevenendo l’insorgenza di malattie e parassiti.

Un altro punto importante è il divieto di utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM): nonostante la questione degli OGM sia complessa e soggetta a continui dibattiti, la normativa biologica attuale li esclude. Infine, l’allevamento biologico deve prevedere il rispetto e il benessere degli animali. Questo significa che gli animali devono essere allevati a terra e all’aperto, e devono essere alimentati con cibo biologico.

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Gli agricoltori bio non possono utilizzare fitofarmaci o fertilizzanti chimici – biopianeta.it

Nonostante queste rigide normative, il panorama del cibo biologico non è esente da controversie. Ci sono alcuni casi in cui le aziende preferiscono fregiarsi del titolo “bio” seppure i metodi di produzione non rispettino gli standard.

Questo è il caso di 14 aziende della Lomellina, un’area in provincia di Pavia famosa per la sua produzione di riso. Queste aziende, secondo la Guardia di Finanza, vendevano riso che dichiaravano essere biologico, ma che in realtà era stato trattato con prodotti chimici. I finanzieri hanno sequestrato circa 11.500 litri di fitofarmaci e 450 quintali di fertilizzanti, oltre ad una vasta quantità di documentazione contabile e tecnica che potrebbe gettare luce sulla reale magnitudo della frode.

Questo evento non solo ha scosso la comunità del cibo biologico, ma ha anche sollevato una serie di domande preoccupanti. Come può un prodotto che è stato trattato con sostanze chimiche ottenere l’etichetta biologica? E quanto spesso accade?

Gli atti accusatori della Guardia di Finanza sono stati resi noti solo recentemente, anche se i controlli erano stati effettuati nei giorni precedenti. Durante queste verifiche, sono state scoperte numerose confezioni vuote di prodotti che sono vietati nelle coltivazioni biologiche. Questa scoperta ha innescato una serie di indagini che, speriamo, potrebbero portare alla luce ulteriori dettagli sulla frode.

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