5+1 tinte tutte naturali per coprire i capelli bianchi: altro che parrucchiere, con queste non sbagli colpo
Non esiste solo la tinta chimica per coprire i capelli, ma anche alternative naturali per coprire i capelli bianchi: ecco quali
Non solo tinta chimica per i propri capelli. Le tinte chimiche contengono molti ingredienti “no”, che possono fare davvero male al nostro cuoio capelluto e ai nostri capelli. Desquamazione, ipersensibilità, capelli come paglia, ovvero fragili e spezzati possono essere il risultato di mosse azzardate, sbagliate. L’uso di piastre, phon e quindi di temperature elevate, prodotti per la detersione e styling non naturali e, non in ultimo, le tinte chimiche.
Queste ultime, al loro interno ammoniaca (che spezza il capello in due per far penetrare il colorante), perossidi (acqua ossigenata, ad esempio, che servono ad ossidare, sbiancare i capelli, privarli del pigmento naturale), PPD (ovvero parafenilendiammina, colorante sintetico per le tinte scure che può creare bruciore e non solo). E ancora resorcinolo, SLS, Ftalati e chi più ne ha più ne metta.
L’alternativa al chimico dannoso? La natura per i nostri capelli, prodotti dall’INCI pulito come la Lawsonia
Si parla tanto di henné, ma questo non è il nome per riferirsi a tutti i tipi di colorante naturale. La lawsonia è la sola a poter essere chiamata come erba tintoria comunemente col nome di henné. Questa pianta, che va sotto il nome di lawsonia inermis, è originaria delle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa, Asia e Medioriente.
Nelle foglie è contenuto il pigmento naturale chiamato lawsone. Dopo l’essicazione delle foglie, si ottiene la polvere finissima che ha un colore più o meno verde, che unito all’acqua colora pelle (tattoo) e capelli.
Il pigmento naturale si lega alla cheratina dei capelli, incapsulandoli e conferendo tonalità più o meno rosse. La lawsonia infatti, a seconda di dove viene coltivata, può dare un colore più caldo (rame) o più freddo (ciliegia).
La pasta – dal forte odore terroso – è da applicare su capelli puliti ( non come la tinta chimica), tenuta in posa almeno due ore e poi risciacquata con semplice acqua. L’ultimo passaggio può essere fatto con una miscela di acqua e aceto, passaggio che aiuta a chiudere le squame. La lawsonia stratifica, quindi di volta in volta si otterrà un colore più scuro.
Chiarito che l’unica erba tintoria capace di legarsi alla cheratina dei capelli sia la lawsonia, vien da sé che le altre erbe – per un risultato duraturo – non debbano essere applicate sole, ma in miscela con l’henné.
Il primo passaggio di solo henné è quindi fondamentale. Il secondo (dopo aver tolto via la lawsonia) è possibile farlo scegliendo un’altra erba tintoria. Se si vuole castanizzare il Katam è l’opzione giusta. Il katam (buscus dionica) conferisce una tonalità marrone. Dopo la prima volta con doppio passaggio è possibile applicare 70% di polvere di henné e 30% di katam per poi arrivare, man mano, al 30 di lawsonia e 70% di katam. Questo vale anche per le altre erbe tintorie.
In sostituzione del katam, l’indigo è di un blu intenso che con l’henné conferisce una tonalità dalla liquirizia al nero. L’amla, conosciuta anche come grossella indiana, è una pianta ricca di antiossidanti e vitamina C. Conferisce una tonalità castana chiara.
Il bhringray intensifica i capelli scuri coprendo quelli grigi o bianchi. Infine, legandosi il lawsone alla cheratina dei capelli, l’henné copre senza aprire le squame e danneggiare i capelli bianchi.