Salute e benessere

Olio, scatta l’allarme in Italia: i consumatori devono fare attenzione

Scatta l’allarme sull’olio extravergine in Italia, i consumatori devono davvero stare attenti: i dettagli della vicenda

L’olio extravergine è un elemento che non deve mai mancare in casa. Ottimo per condire qualsiasi cosa dal dolce al salato, è indispensabile più di tutto nelle insalate. In Italia però si è andata via via sviluppando una situazione non molto piacevole, che parte dai produttori e arriva ai consumatori. Una situazione che mette l’olio extravergine in cattiva luce, facendo risaltare degli elementi a suo sfavore che partono direttamente dalla filiera di produzione.

Il problema dell’olio extravergine, è che le aziende cercano degli oleifici che possano imbottigliare l’olio a prezzi molti bassi e rivenderlo a tali prezzi. Questo comporta ovviamente che la prova d’assaggio non venga superata ai controlli in laboratorio.

Un olio di bassa qualità che poi viene declassato da extravergine e vergine. Alberto Grimelli, agronomo e giornalista ha scritto su questa tesi: “Il 100% degli oli evo private label della grande distribuzione esaminati dalla rivista Il Salvagente il mese scorso sono stati bocciati. Sono Conad, Coop, Esselunga, Eurospin, Lidl e MD. Un giusto mix di supermercati, discount e hard discount. Nessuna differenza tra loro: stessa politica e stessi risultati”.

Allarme olio extravergine, dobbiamo davvero preoccuparci della qualità?

In media la regola tra i produttori di olio d’oliva extravergine è questa: produrre a basso costo un prodotto che può essere venduto a prezzi stracciati e che sia presente sempre sui volantini dei supermercati. Questa regola costringe gli imbottigliatori a creare miscele più scadenti che dopo poco acquistano un odore e un sapore sgradevole. 

olio extravergine
I problemi dell’olio extravergine, le motivazioni – Biopianeta.it

Questa situazione non è una teoria, ma semplicemente il risultato di test che hanno provato la scarsa qualità degli olii prodotti. Negli ultimi 10 anni in Italia, i risultati dei test hanno condotto alla conclusione che molti oli dovrebbero essere declassati a vergini. Basti pensare che a gennaio 2023 sugli scaffali italiani c’erano olii a 4,99 euro a litro, e sul mercato all’ingrosso spagnolo il prezzo era più alto.

Le aziende affermano il contrario, dai risultati dei loro test, ma molto spesso il trasporto e la logistica ne rovinano la conservazione: La verità è che si creano miscele ad hoc in laboratorio, con vere e proprie ricette codificate, perché l’olio possa superare di un soffio lo scoglio dell’extraverginità. In queste condizioni  è evidente che al primo intoppo verrà declassato. Basta un po’ di ossidazione, un abbassamento del fruttato e riemerge il difetto organolettico”, ha anche aggiunto l’esperto Grimelli.

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