Inquinamento

Le microplastiche sono ovunque, anche nel nostro corpo: un nuovo studio mostra risultati inquietanti

Le microplastiche penetrano nel nostro corpo, lo dimostra la scienza: quali sono le possibili implicazioni sulla nostra salute?

Hai mai pensato che potresti avere dentro di te qualcosa di simile a una carta di credito? Non si tratta di una fantasia futuristica, ma di un allarmante risultato di recenti ricerche: le microplastiche sono ovunque, persino nel nostro corpo. Questi minuscoli frammenti, invisibili all’occhio nudo, viaggiano attraverso l’aria, l’acqua e il cibo, depositandosi nelle nostre vie aeree superiori e in altre parti del corpo. Ma come arrivano lì e cosa possiamo fare al riguardo?

Le microplastiche sono ormai diventate onnipresenti nel nostro ambiente. Si trovano negli oceani, nei terreni e persino nell’aria che respiriamo. I pesci e i microrganismi marini li ingeriscono, e gli uccelli e gli animali terrestri li consumano accidentalmente: in questo modo entrano a far parte della catena alimentare, raggiungendo inevitabilmente anche il nostro organismo per queste ed altre vie.

Non solo attraverso il cibo, ma anche nell’aria che respiriamo: l’allarme sulle microplastiche

Già nel 2017, studi sui frutti di mare in Belgio hanno dimostrato che, mangiando bivalvi come cozze, vongole, telline e ostriche, possiamo ingerire fino a 11mila unità di microplastiche all’anno. Questa scoperta sconcertante ha aperto la strada a numerosi altri studi in tutto il mondo.

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Di microplastiche sono invasi gli ambienti marini – biopianeta.it

Gli studi successivi hanno trovato tracce di microplastiche in molte parti del corpo umano, tra cui il latte materno, la placenta, il sangue e le urine. Di recente, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Physics of Fluids ha svelato come queste particelle possano essere non solo ingerite ma anche inalate, andando a finire nelle nostre vie respiratorie superiori.

La ricerca, condotta da diversi atenei tra cui l’University of Technology Sydney e la Queensland University of Technology, ha utilizzato un modello di fluidodinamica computazionale per studiare il trasporto delle microplastiche nelle vie aeree. Gli esperti hanno osservato come dimensioni, forma e velocità delle microplastiche influenzano la loro deposizione nelle vie aeree.

Il modello ha analizzato microplastiche di diverse forme e dimensioni, constatando che un tasso significativo di deposizione avviene nelle cavità nasali. Queste, infatti, a causa della loro forma, dimensioni e inerzia, tendono a deviare dal flusso d’aria e a depositarsi nelle zone più asimmetriche e complesse delle vie aeree, come il naso e la parte posteriore della gola.

Questi risultati sono preoccupanti: gli studi, vecchi e nuovi, dimostrano che gli esseri umani potrebbero inalare circa 16,2 frammenti di plastica ogni ora, l’equivalente della plastica utilizzata per fare una carta di credito, nell’arco di una sola settimana.

Sebbene ci sia un crescente sospetto che le microplastiche nel corpo umano siano dannose, non esistono ancora dati chiari su questo argomento. Alcuni ricercatori hanno messo in relazione la presenza di plastica nel sangue con infiammazioni, cancro e problemi di infertilità, ma trattandosi di un fenomeno studiato da poco non abbiamo ancora sufficienti dati a disposizione.

L’American Chemical Council, intanto, ha avviato un programma di ricerca sulle microplastiche nel corpo umano, per comprendere i rischi e valutare l’esposizione a questi materiali nemici dell’ambiente e, probabilmente, anche per la nostra salute.

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