Bloccata la miniera a ridosso della barriera corallina
In Australia si sono fermati i lavori per la costruzione della nuova "centrale" di carbonio
Un’importante vittoria ambientalista arriva dall’Australia, uno dei primi esportatori di fonti energetiche fossili al mondo. Bloccata la costruzione di una nuova miniera per l’estrazione di carbonio, a ridosso della Grande Barriera Corallina. Si tratta della prima volta nella storia.
Un traguardo che merita senza dubbio di essere menzionato, quello che vede protagonista il Governo australiano. Per la prima volta nella storia, infatti, un Ministro Federale dell’Australia blocca la nascita di una nuova miniera, a 10 km dalla Grande Barriera Corallina, per l’estrazione di carbonio. Non può che essere considerata una grande vittoria dal punto di vista ambientalista. Sopratutto se si tiene presente che l’Australia si trova tra i maggiori paesi al mondo ad esportare energia fossile.
Stop alla miniera di carbonio
La nuova miniera sarebbe dovuta sorgere a pochi passi dalla barriera corallina e si sarebbe trasformata in potenziale pericolo per tutta la biodiversità sottomarina. La Ministra Federale dell’Ambiente, Tanya Plibersek, ha usato i propri poteri, per la prima volta nella storia dell’Australia, per bloccare la costruzione. Il proprietario della miniera non avrebbe ancora risposto al rifiuto, ma senza dubbio si tratta di una grande e bellissima vittoria per l’ambiente. L’ambizioso progetto era quello di costruire una miniera di carbone a cielo aperto a circa 700 km a nord-ovest di Brisbane, in Queensland. La struttura sarebbe giovata all’estrazione di carbone termico e carbon coke, che avrebbe funzionato per circa 20 anni.
Ma la Ministra ha affermato che tale costruzione si sarebbe trasformata in un “rischio inaccettabile” per un Patrimonio mondiale, già fortemente vulnerabile e minacciato. Come ha spiegato la Ministra Tanya Plibersek, l’impatto ambientale, derivato dalla miniera sulla barriera corallina, si presenterebbe eccessivamente sproporzionato rispetto a tutti i vantaggi che se ne potrebbero ricavare. Questi i concetti espressi dalla Plibersek in un videomessaggio diffuso su i propri canali social. Difatti, dopo la proposta del proprietario di costruire la miniera, la Ministra avrebbe ricevuto più di 9.000 reclami in 10 giorni.
Proteggere la Grande Barriera Corallina
Consentendo l’apertura delle miniere, come hanno specificato diversi ambientalisti, l’Australia non potrà mai prendere parte attivamente al contrasto della crisi climatica. Attualmente l’Australia è tra i più grandi fornitori mondiali di combustibili fossili. Di conseguenza, il peso rispetto alle emissioni di gas serra è notevole a livello globale. Come chiarisce il sito GreenMe, a tal proposito, più del 3,6% delle emissioni inquinanti mondiali proviene dall’Australia. Un paese che ospita una percentuale di popolazione, sempre a livello mondiale, esigua (appena lo 0,3%).
Lottare per proteggere la Grande Barriera Corallina è un importante passo avanti per il paese. Il grande Patrimonio sottomarino, oggi, è sempre più minacciato da diversi fattori. Ma è sopratutto la crisi climatica e le sue conseguenze a rappresentare un rischio per i coralli e tutta la biodiversità. Negli ultimi anni, infatti, continuano ad aumentare i fenomeni di sbiancamento e questo a lungo andare potrebbe far scomparire per sempre la barriera corallina. Considerando un futuro che per gli scienziati potrebbe continuare ad essere a rischio, ogni azione di tutela resta sempre utile, oltre che fondamentale.
An update on the proposed Central Queensland Coal project. pic.twitter.com/byAXTPLRB4
— Tanya Plibersek (@tanya_plibersek) February 8, 2023