Cile, disastro ambientale: oltre 200 incendi nelle foreste
A decretare lo stato di catastrofe anche il Governo
Il Governo del Cile ha dichiarato lo stato di catastrofe. Sono oltre 200 i roghi che stanno incendiando e devastando migliaia di ettari delle foreste del sud. Un vero e proprio disastro ambientale, con numeri preoccupanti, non solo per i danni alla natura, ma anche alle persone: case distrutte, morti e migliaia di sfollati.
In Cile gli incendi, che hanno devastato più di 40.000 ettari di terreni, danneggiato più di 100 case, ucciso, fino ad ora, 23 persone e causato oltre un migliaio di sfollati, hanno fatto dichiarare al Governo lo stato di catastrofe. Si tratta, difatti, di un disastro ambientale dalle proporzioni allarmanti che fanno scaturire l’emergenza in tutto il paese. Ad essere colpite, attualmente sono le foreste del sud, ma i roghi, oltre 200, sembrano ancora fortemente fuori controllo. Lo scorso 3 febbraio, il Servizio Nazionale di Prevenzione e Risposta alle Catastrofi (Senapred) e la Corporation National Forestal (Conaf) cileni hanno presentato un rapporto critico sulla situazione degli incendi boschivi. Le zone particolarmente colpite, per il momento, sono Maule, Ñuble, Bío Bío e La Araucanía.
Incendi devastanti in Cile
Sono ancora attivi molti degli incendi che stanno devastando il Cile. Al 5 febbraio il bilancio delle vittime sale a 23, con 11 persone morte nella città di Santa Juana a Bío Bío, a circa 500 chilometri a sud di Santiago. I feriti salgono a 979 e a perdere la vita anche dei soccorritori. Tra le vittime anche un pilota boliviano che è morto quando un elicottero, impegnato a contrastare il fuoco, si è schiantato in Araucania. Nell’incidente è morto anche un meccanico cileno. I roghi nei boschi del Cile sembrano non volersi arrestare e, come fanno sapere le autorità, degli oltre 200 incendi che stanno distruggendo le foreste al sud del paese, ancora 80 risultano attivi e pericolosi.
Il fuoco, infatti, sembra raggiungere portate gigantesche che non permetterebbe, in molti casi, di essere controllato. L’ultima emergenza, secondo quanto riportato da AdKronos, riguarderebbe la Regione meridionale di La Araucanía. Vicino a quelle già colpite di Ñuble e Bío Bío, dove più di 1.100 persone sfollate hanno cercato riparo nei rifugi. Il Ministro dell’Interno Carolina Toha, avrebbe dichiarato in una conferenza stampa presso Santiago, la capitale del Cile: “Le condizioni meteorologiche hanno reso molto difficile spegnere gli incendi che si stanno diffondendo e l’emergenza sta peggiorando“. Il paese, infatti, è in piena estate con temperature molto alte che superano i 40°C.
Gli incendi sarebbero iniziati tra il giovedì 2 febbraio e il venerdì 3 febbraio, colpendo in particolare tre Tegioni (almeno nella fase iniziale). Si tratta di Regioni che, seppur non particolarmente popolate, ospitano molte aziende agricole e campi coltivati. Tra i Comuni più colpiti Longaví, Cauquenes, Chanco e Curepto nella Regione del Maule. Un vero disastro ambientale che si aggiunge a quelli già registrati, come quello che nell’estate 2022 ha devasto vaste aree dell’Europa. Una catastrofe, dunque, destinata a portare drammatiche conseguenze anche rispetto all’inquinamento atmosferico e che, anche per questo, si spera possa presto trovare tregua.
🔴Ministerio de Agricultura y #CONAF lamentan fallecimiento de piloto y mecánico.
📌Accidente se produjo esta tarde mientras se combatía un incendio forestal en la comuna de Galvarino.
Detalles de esta dolorosa noticia en nuestro sitio web👇https://t.co/hnEc3m3xRJ pic.twitter.com/zZYS2IGhtB
— CONAF – Corporación Nacional Forestal (@conaf_minagri) February 3, 2023