Sostenibilità: certificazione Made in Italy per ridurre del 73% i danni provocati dalle imprese
Presentata alla Commissione Europea dal consorzio italiano Pool Ambiente
Sul piano della sostenibilità è stata presentata alla Commissione Europea la certificazione che risulta in grado di ridurre al 73% i danni causati all’ambiente dalle aziende. L’idea nasce dal consorzio italiano Pool Ambiente, in collaborazione con l’UNI.
Il consorzio italiano Pool Ambiente, in collaborazione con l’Ente Nazionale Normative (UNI) ha presentato alla Commissione Europea Ambiente Protetto. Si tratta di un’innovativa certificazione che mira a ridurre del 73% i danni che le imprese provocano all’ambiente.
Come ha spiegato la manager del consorzio, Lisa Casali: “La prevenzione e il risanamento dei danni provocati sul nostro ecosistema devono diventare i pilastri di ogni moderna politica ambientale“. Ad oggi, infatti, ad eccezion fatta delle aziende tedesche, in Europa solo l’1,7% delle imprese ha stipulato una polizza su rischio ambientale.
Sostenibilità e la certificazione UNI Ambiente Protetto
Una possibile soluzione al crescente rischio di greenwashing arriva dall’Italia e da Pool Ambiente. Quest’ultimo, consorzio di Coriassicurazione nato dopo il disastro ambientale di Seveso nel 1979. Ambiente Protetto ha come obiettivo principale quello di ridurre, portandoli quasi a zero, il numero di casi di danno ambientale. Uno strumento che intende spingere le aziende, di qualsiasi settore e di ogni grandezza, ad attuare misure di prevenzione e protezione. Nel corso di una sessione dei lavori del 27th Environmental Liability Directive Government Experts Group (ELD GEG) Meeting, Lisa Casali ha spiegato alla Commissione Europea: “In Europa la maggior parte delle politiche ambientali aziendali sono come alberi con radici e tronco molto fragili, spesso ignorate e sottovalutate. Con la nuova certificazione Ambiente Protetto puntiamo ad affermare un nuovo paradigma di sostenibilità“.
“In base al quale – prosegue la Casali – la prevenzione, la bonifica e il risanamento dei danni ambientali devono diventare i pilastri di ogni politica ambientale. Non solo per le aziende ma anche per i governi nazionali, le autorità locali, i media e i consumatori“. Per elaborare la certificazione di sostenibilità, i tecnici hanno analizzato i 1.031 casi di danno all’ambiente, causati dalle aziende, gestiti negli ultimi 20 anni. Le cause principali di questi danni sono: la mancanza di controlli e manutenzione di impianti e attrezzature (55%), errori umani (20%) e vandalismo (7%). Conclude una nota ufficiale: “Inserendo e confrontando tutti i dati all’interno del database dei sinistri si è scoperto come oltre il 73% dei casi di danno ambientale avrebbero potuto essere evitato“. Questo: “Se le aziende avessero avuto la certificazione UNI Ambiente Protetto, risparmiando ben 104 dei 140 milioni di euro spesi per riparare al danno prodotto“.