Cosa sappiamo dei diamanti sintetici e perché piacciono anche ai VIP
Anche se non sono diamanti originali, la somiglianza è strabiliante ed è un prodotto sempre più diffuso poiché crearlo in laboratorio è più ecologico
Un mondo più sintetico è un mondo più green? Il tentativo arriva anche dalla gioielleria, che ha cercato di creare dei diamanti in laboratorio. Ma cosa sono i diamanti sintetici?
La moda continua ad evolversi ed è sempre più diffuso l’utilizzo dei diamanti sintetici. Mettendo da parte i conflitti geopolitici per l’estrazione dei diamanti, alcuni brand hanno trovato una soluzione utile e pratica che si coltiva in laboratorio. Esatto, come se si trattasse di una pianta da coccolare in una teca di vetro, i diamanti sintetici sono diventati ormai una realtà piuttosto gettonata e amata anche dalle star.
Cosa sono prima di tutto i diamanti sintetici? Possono davvero sostituire quelli originali? E perché dovrebbe essere vantaggioso per il brand e per l’acquirente?
Cosa sono i diamanti sintetici e perché piacciono tanto
Quando parliamo di diamanti sintetici, intendiamo quei diamanti artificiali creati proprio in laboratorio. Cambia l’origine, ma la composizione chimica è la stessa. Potremmo definirli più sostenibili proprio perché, a differenza di quelli originali, i diamanti sintetici saltano immediatamente il processo di estrazione venendo lavorati direttamente in laboratorio. I vantaggi sono innumerevoli: prima di tutto si tratta di un’operazione molto più rapida, poiché si elimina completamente l’estrazione in loco. Inoltre questa tipologia di prodotto richiede un costo inferiore per la realizzazione e anche d’acquisto. A differenza di un diamante originale, quello sintetico riduce il costo di vendita dal 40 al 60 percento.
E moltissime celebrità hanno scelto di supportare la diffusione di questo esperimento. I diamanti artificiali richiedono l’utilizzo del carbonio proveniente dai combustibili fossili, in modo da imitare il processo di crescita a cui andrebbe incontro un diamante originale. Essendo quindi molto simili nella formula chimica e nell’estetica, questi diamanti sono etichettati come più ecologici. In ambito scientifico sono noti come diamanti HPHT, acronimo che sta per High – Pressure High – Temperature. Già verso la fine dell’800 qualcuno tentò di replicare i diamanti in laboratorio, documentandone anche il processo, ma nulla è stato confermato. Soltanto a partire dagli Anni ’40, negli Stati Uniti, è stata avviata una ricerca sistematica.
Ad oggi esistono diversi brand di gioielleria che propongono diamanti sintetici come ad esempio Kimai, amatissimo da Meghan Markle e attentissimo all’impatto ambientale dei propri prodotti. Gli orecchini indossati dall’ex duchessa di Sussex non sono passati inosservati: nel 2019, ha indossato due orecchini con diamanti sintetici, chiamati Felicity. Anche De Beers, brand luxury amatissimo dalle star anche sul red carpet, si è avvicinato all’esperimento in laboratorio realizzando una linea ad hoc, intitolata Lightbox. Ma le realtà sempre più attente alla sostenibilità sono tante. Anche Altr Created Diamonds e Montserrat hanno scelto di realizzare diamanti in laboratorio.