10° Rapporto CSR alcune “anteprima” della presentazione ufficiale
Promosso dall'Osservatorio Socialis espone dati relativi all'impegno sociale, economico e ambientale delle aziende in Italia
Sarà presentato il prossimo venerdì 24 giugno il 10° Rapporto CSR sulla responsabilità sociale delle imprese; realizzato dall’Istituto Ixè è possibile conoscere in anteprima alcuni dettagli chiavi, riscontrabili dai dati rilevati.
Nonostante le crisi quali la Pandemia e la guerra nell’Est dell’Europa, non sembra rallentato il cammino verso l’impegno sociale, economico e ambientale delle aziende in Italia; questo quanto emerge, innanzitutto, dal 10° Rapporto CSR che sarà presentato il 24 giugno a Roma da Osservatorio Socialis.
Il Rapporto, pubblicato ogni due anni, è patrocinato dal MiTE, MEF, Ministero Lavoro, Rappresentanza italiana della Commissione Europea, Assessorato alle attività produttive del Comune di Roma; a cui si aggiungono Unioncamere, ASVIS, Sustainability Makers, Anima per il Sociale, Animaimpresa e ben 34 atenei italiani.
L’importanza del Rapporto
Atto a valutare la responsabilità delle imprese italiane in merito all’impegno sociale, economico e ambientale, la prima edizione del Rapporto CSR risale al 2001; come rivelano i dati forniti da un comunicato ufficiale diffuso da Osservatorio Socialis, da allora, il valore assoluto degli investimenti in CSR sembra essersi quintuplicato nelle aziende con più di 80 dipendenti. Secondo quanto ha affermato il Direttore dell’Osservatorio Socialis, Roberto Orsi: “Sembra un paradosso, ma la crisi determinata dalla pandemia ha costretto le imprese a ripensare le proprie strategie; fissando come non rinunciabili le attività legate alle responsabilità sociali, economiche e ambientali“.
I dati rivelano, in sostanza, che l’investimento medio in CSR sarebbe aumentato nel 2021 del 17% rispetto al 2019. Sono diverse le attività che oggi promuovono la responsabilità sociale delle imprese; dalle iniziative rivolte al territorio e ai dipendenti, alla sostenibilità ambientale e sociale. Inoltre, sembrano essere entrati in maniera strutturale i criteri ESG; quest’ultimi, non solo guidano le politiche di produzione e finanziamento, ma anche le scelte di responsabilità.
Alcuni dettagli del 10° Rapporto CSR
Partendo dagli obiettivi, le aziende che investono in CSR lo fanno soprattutto in attività interne all’azienda (ad esempio, formazione del personale); inoltre, il 40% investe in attività che promuovono il territorio nazionale e il 36% in territori vicini alla propria azienda. Aumentano anche le azioni rivolte ai paesi esteri, soprattutto per quelli più in difficoltà; gli investimenti maggiori, in questo caso, si rivolgono alla riduzione dell’impatto ambientale (risparmio energetico, o tecnologie moderne che riducano l’inquinamento). Secondo quanto riferisce ancora la nota lanciata da Osservatorio Socialis, sono tante le aziende che si dimostrano soddisfatte dai loro investimenti. Inoltre, le imprese intervistate avrebbero ammesso che la CSR migliori la loro reputazione; e per 4 aziende su 10 migliori anche la motivazione del personale e di conseguenza il clima interno.
Per quanto concerne gli investimenti nei diversi parametri ESG, poi, dal 10° Rapporto CSR emerge che 8 manager su 10 ritengono che sia vantaggioso, oltre che doveroso, investire a tutela dell’ambiente; in pari misura per il proprio personale e per il sociale, e nella stessa misura per la corporate governance (in questo ultimo caso, ad esempio, trasparenza della contabilità, etica professionale, politiche di diversità). Per quanto concerne l’opportunità data dal PNRR, invece, ad emergere è un dato molto confortante; sono, infatti, l’85% delle grandi aziende italiane a credere negli incentivi rispetto alle pratiche sostenibili. Infine, per quanto riguarda una figura professionale nell’organico che si occupi delle attività di CSR e sostenibilità, l’82% delle imprese intervistate ha affermato di avere tale responsabile.