La mosca di cinquantamila anni: il fossile spiega il suo ruolo nella riproduzione delle piante
La mosca è un insetto antichissimo che vive sul nostro Pianeta da milioni di anni. Certamente non è uno degli insetti volatili che apprezziamo di più, anzi spesso lo consideriamo fastidioso e inopportuno. Vi sarà senz’altro capitato di dover scacciare dalla vostra tavolata estiva qualche mosca golosa. Nonostante non sia così amata, tuttavia quest’ultima nasconde alcuni segreti inaspettati che solo oggi gli scienziati stanno riuscendo a portare alla luce. Non molto tempo fa infatti hanno scoperto un fossile di circa cinquantamila anni nei pressi di Francoforte.
L’esemplare fossile ritrovato ha fatto scoprire una realtà sconosciuta ai numerosi biologi che hanno studiato il caso. Vi siete mai chiesti cosa mangiavano le mosche milioni di anni fa? Il gruppo di ricerca della Senckenberg – Leibniz Institution for Biodiversity and Earth System Research di Francoforte, in collaborazione con l’Università di Vienna è riuscito a dare una risposta a questa domanda.
Una mosca tutta da scoprire
Studiando il fossile della mosca i ricercatori sono riusciti a capire cosa quest’ultima mangiasse milioni di anni fa. La risposta è semplice: ciò che continua a mangiare anche oggi. Nello stomaco dell’esemplare inoltre è stato possibile osservare l’ultimo pasto fatto dall’insetto prima della morte. Questa scoperta ha permesso di stabilire non solo che dieta avesse la mosca, ma anche il suo ruolo nel mondo animale dell’epoca.
Nello stomaco – perfettamente intatto – dell’esemplare studiato sono state ritrovate ricche tracce di un abbondante pasto a base di polline. Gli studiosi hanno analizzato nel dettaglio “l’ultima cena” dell’insetto ritrovandoci svariate tipologie di polline. Insomma, la mosca cinquantamila anni fa era una degna compagna delle attuali api. Il suo ruolo era quello di favorire la riproduzione di piante e fiori grazie all’impollinazione. Il ruolo ecologico della mosca era quindi decisivo per lo sviluppo dell’ambiente che le circondava: una scoperta da non sottovalutare.
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