ORA È UFFICIALE: IL BISONTE AMERICANO È TORNATO IN MESSICO DOPO OLTRE 100 ANNI
Quando pensiamo ad un animale mastodontico come il bisonte, il primo luogo dove tendiamo a contestualizzarlo è certamente il continente americano. In qualche maniera in effetti parliamo dell’animale simbolo di questa parte del mondo, definito anche “buffalo” dalla totalità della popolazione anglofona. La predilezione verso questo mammifero gigante però è ancora precedente: già i nativi infatti si cibavano della sua carne ed indossavano la sua pelliccia come un capo pregiato. Trecento anni fa potevamo censirne fino a 60 milioni in tutto il continente nordamericano, dopodiché abbiamo assistito al tracollo. Nel 1880 infatti se ne contavano esclusivamente 1000, a causa della spregevole attività di caccia e della riduzione dei pascoli. In Messico, da circa un secolo, non vive nemmeno un bisonte.
Suona abbastanza strano tutto ciò vista l’introduzione che abbiamo fatto, non credete?
Bienvenidos de vuelta!
Ebbene si, ciò che avete letto poco fa non è altro che una delle assurde verità che il territorio nordamericano sa regalarci. Come detto, il problema non è contestualizzato esclusivamente in Messico: anche negli USA il bisonte è considerato a rischio estinzione, nonostante il Presidente Obama nel 2016 lo abbia definito Primo Mammifero Nazionale.
Oggi però è arrivato il momento di interrompere questa assurda assenza. Grazie alla collaborazione tra moltissimi enti tra cui università, associazioni animaliste e addirittura il National Park Service statunitense, il bisonte è tornato a pascolare sul territorio del Messico.
Il branco che si è appena insediato nelle pianure dello stato di Coahuila è dunque tornato tra i batuffoli di neve del nord del paese. La sua scomparsa fu dovuta a molteplici fattori di cui però due certamente più influenti degli altri. Parliamo anzitutto della sempre maggior urbanizzazione del Messico, che ha inevitabilmente tolto al bisonte la gran parte dei territori da pascolare. In secondo luogo, ma forse ancora più fondamentale in relazione alla sua rapida scomparsa, la caccia indiscriminata.
Gli anni settanta del XIX secolo furono fatali al bisonte: l’industrializzazione provocò infatti una maggior richiesta di pellicce, con una crescita esponenziale di bracconieri disposti ad uccidere le povere bestie. Con le ossa di questo animale inoltre si produceva un fertilizzante molto efficace. Insomma: l’uomo non sta facendo altro che riparare ai danni causati dalle sue azioni.