IL PIANETA DOVE PIOVE ROCCIA E GLI OCEANI SONO DI LAVA: ECCO K2-141B
L’antropocentrismo è un fenomeno che, inevitabilmente, coinvolge ognuno di noi. Anche la persona più altruista del mondo, forse per motivi ancestrali, tende a dare la precedenza a se e alla propria specie. Certo è che questo fenomeno però viene esasperato troppo spesso: anche e soprattutto per tale motivo osserviamo il nostro Pianeta cadere a rotoli.
Quando però alziamo il naso all’insù, queste sensazioni sembrano svanire. Difficilmente infatti troverete qualche soggetto disinteressato ad una questione che riguarda ciò che si svolge nello spazio. Se poi l’argomento trattato è lontano dalla nostra Terra, fuori dal Sistema Solare, allora la curiosità cresce esponenzialmente…
Nessuna ipotesi di migrazione
Oggi vogliamo parlarvi di K2-141b, un esopianeta scoperto nel 2018 dal telescopio spaziale Hubble, durante la missione Kepler organizzata dalla Nasa. Questo corpo roccioso ha caratteristiche molto simili a livello strutturale rispetto alla nostra Terra, ed ecco perché la sua osservazione è così interessante.
Con il termine sovracitato si vuole definire un corpo celeste che orbita attorno alla propria stella che però, contrariamente al nostro immaginario, non è il Sole. Un recente studio della Cornell University di New York ha voluto ampliare la conoscenza rispetto a questo interessantissimo astro.
La distanza dalla nostra Terra è di circa 200 anni luce, mentre è davvero vicino alla nana arancione, sua (quasi omonima) stella madre. Talmente a ridosso che il suo moto di rivoluzione dura 6.7 ore, davvero poco rispetto ai 365 giorni terrestri. È inoltre protagonista di un blocco gravitazionale: ciò significa che ha sempre la stessa “faccia” rivolta verso la stella. Di questa caratteristica risentono inevitabilmente le temperature medie: nel lato “buio”, si arriva sotto ai -200 °C, mentre sull’altro versante si raggiungono i 3.000 °C.
Proprio rispetto a quest’ultimo, la scoperta più recente. Sembra infatti che la roccia di K2-141b sia in continua fusione, dando vita letteralmente ad oceani di lava. Non è tutto: la pioggia, in alcuni casi, è composta da pietre. Insomma, non esattamente il luogo ideale per ipotizzare una migrazione umana degna di un film di fantascienza.