IL FIUME TAGO È INVASO DAL SALE: ECCO COSA SUCCEDE A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Quando alla scuola primaria studiamo la geografia, siamo abituati a prendere in considerazione i corsi d’acqua più famosi del mondo. Oltre a quelli che scorrono nella nostra penisola , dobbiamo fare una selezione di quelli nel resto del mondo. Questa, nella maggior parte dei casi avviene a seconda della lunghezza, non rendendo giustizia all’importanza che un fiume, anche se non esageratamente lungo ha nel proprio paese.
Questo è il caso del Tago, che probabilmente avrete sentito nominare molte meno volte dei vari Danubio, Nilo e Rio delle Amazzoni. Questo fiume scorre tra Spagna e Portogallo per circa 1000 chilometri ed è il più lungo della penisola iberica. Sfocia direttamente nell’Oceano Atlantico: proprio in questa zona, si sta verificando un processo abbastanza spiacevole.
Acqua e sale
I cambiamenti climatici purtroppo stanno dando filo da torcere anche in questa situazione. A causa di questi ultimi infatti la portata del Tago si sta riducendo in maniera sostanziale: per dirla meglio, sta aumentando il dislivello tra i livelli “normali” e quelli in tempi di siccità. Dai due metri di soli cinque anni fa, oggi arriva costantemente a circa 4,5.
Tutto ciò, tra le varie cose, comporta un processo di risalita delle acque oceaniche nella foce in quantitativi inammissibili. Una piccola “fusione” infatti è normalissima e ammissibile, ma non con la portata odierna. Le acque del Fiume infatti sono molto usate per l’irrigazione dei paesi limitrofi: questa però può essere efficace esclusivamente se la salinità del liquido rasenta lo zero. In caso contrario, il rischio è troppo grande: l’uccisione delle piante.
L’aumento dell’acqua salata porta con sé specie invasive che distruggono gli habitat, minacciano la produzione agricola e possono influire sull’approvvigionamento per il consumo umano