UN CROSTACEO NEL DESERTO: PUÒ VIVERE ANCHE SOPRA I 70 GRADI
Nonostante siamo consapevoli del fatto che la Terra può riservarci continuamente sorprese, abbiamo la convinzione di essere a conoscenza della gran parte dei processi che avvengono su questo Pianeta. Indubbiamente con il passare degli anni e l’avanzare della tecnologia questo lavoro si sta ottimizzando.
Vi riportiamo infatti molto spesso notizie relative a scoperte particolari sia per ciò che riguarda la flora che, soprattutto, nel mondo della fauna. Oggi è proprio uno di questi casi, e la novità di cui stiamo per parlarvi probabilmente vi lascerà a bocca aperta. Avreste mai immaginato di sentir parlare di un crostaceo che vive nel deserto?
Fuori contesto? Assolutamente no
Effettivamente, ne siamo certi, avrete riletto un paio di volte la frase precedente. Nulla di falso: è stato scoperto infatti recentemente un abitante inaspettato nel deserto di Lut, in Iran. Il crostaceo in questione è il Phallocryptus fahimii, ed è stato rinvenuto da alcuni ricercatori delle università di Stoccarda e di Teheran. L’affascinante resoconto è pubblicato sulle pagine di Zoology in the Middle East, e descrive alcune peculiarità di questo animale.
Ciò che balza agli occhi è certamente il luogo in cui vive: siamo abituati infatti a contestualizzare un crostaceo nelle acque dell’oceano e non certo nel mezzo di un deserto. In secondo luogo, la sua sopportazione alle temperature alte è davvero sensazionale. Se pensiamo infatti che, durante la scorsa estate si è certificata la temperatura di 80,3 gradi centigradi, non possiamo che rimanere ammaliati dalla resistenza di questo piccolo animale.
Questi crostacei sono capaci di sopravvivere per decenni tra i sedimenti inariditi dei deserto, per poi venire alla luce alla prima stagione delle piogge, quando i loro habitat acquatici tornano a riempirsi.
I ricercatori aggiungono inoltre:
Sono perfettamente adattati per vivere in un ambiente desertico. la capacità di sopravvivere persino nel deserto di Lut è una prova inequivocabile della loro resilienza