La Banca Popolare Etica è nata nel 1998 dall’impegno di associazioni ecologiste, di cooperative volontarie e consorzi sociali. Inoltre, anche da persone comuni che in tempi non sospetti hanno creduto in un futuro “diverso”. Il quartiere generale della banca, impegnata quotidianamente ad investire in progetti solidali ed ecologici, è proprio lo specchio di questi valori.
L’architettura può essere definita sostenibile a 360° e la sua realizzazione ha visto il coinvolgimento nel progetto di persone comuni attraverso il metodo della “progettazione partecipata”. Considerando che la realizzazione è stata ultimata nel 2011, ci troviamo di fronte ad una delle strutture più innovative e “green” di tutta Italia, che ha fatto da apripista a moltissimi altri progetti simili.
Questione di priorità
Dal punto di vista ambientale, la realizzazione della struttura ha applicato in forma sperimentale il protocollo di certificazione ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica). Ha ottenuto alcuni riconoscimenti, dovuti al fatto che i consumi energetici medi fanno segnare dati inferiori a 50 kWh al metro quadro. Una volta avviato il progetto però questi sono scesi addirittura sotto i 10 kWh annui.
La struttura ricorda quella di un’arca, come a simboleggiare un processo di rinascita per quella che è sempre stata una cultura messa in secondo piano, ovvero quella ambientalista. Il legno utilizzato per la parte esterna è super ecologico, mentre le vetrate sono ad alta efficienza.
Sono presenti dei pannelli fotovoltaici sul tetto da 7kW, oltre ad un impianto di recupero delle acque piovane. Il tetto è verde e ventilato, e l’impianto di filtraggio e trattamento dell’aria possiede una speciale possibilità di risparmio energetico. Nemmeno a dirlo, le emissioni di CO2 sono pari a zero.