
TERAMO – La neonata associazione ambientalista sta attirando l’attenzione sul progetto del Biodigestore di Teramo, un impianto che riveste un’importanza cruciale per la gestione futura dei rifiuti nella città. Questo progetto ha ricevuto un significativo riconoscimento attraverso l’approvazione di un finanziamento del PNRR di quasi 30 milioni di euro. L’interesse dell’associazione non sorprende per la sua missione di difesa dell’ambiente, visto che la TeAm ha raggiunto quasi il 75% di raccolta differenziata. Tuttavia, è curioso come l’associazione interpreti il progetto, mostrando un doppiopesismo che sembra ridurre il suo scopo a una mera manifestazione di opinioni, simile a quella di una tifoseria.
Contrasti tra le percezioni del biodigestore
La questione centrale riguarda il contrasto tra le percezioni del biodigestore a Teramo e a Mosciano. Mentre a Teramo l’impianto viene descritto come una “bomba ecologica”, a Mosciano è visto come un valido supporto per la gestione dei rifiuti. Questo solleva interrogativi sulla coerenza della posizione dell’associazione. È difficile comprendere come un impianto di proprietà e gestione pubblica, che promette benefici sia nella gestione dei rifiuti sia nei costi per le famiglie teramane, possa essere considerato “pericoloso”, mentre un impianto privato, che sembra giovare solo agli imprenditori, venga visto come una soluzione efficace.
Preoccupazioni per il futuro e il passato
Inoltre, l’associazione sembra mostrare preoccupazione solo per il progetto futuro, trascurando i danni evidenti del passato, che hanno lasciato a Teramo un inceneritore dismesso e un sito compromesso. Proprio grazie alla costruzione del nuovo biodigestore, quest’ultimo potrà essere riqualificato, portando benefici all’ambiente.
Ricerca di visibilità e clamore
Non sorprende, invece, l’atteggiamento della associazione, che sembra cercare visibilità e clamore sui social media. L’affannosa ricerca di attenzione si manifesta anche in un comunicato datato 24 marzo diffuso dal presidente della Te.Am. Sergio Saccomandi, che preannuncia una conferenza stampa per il giorno successivo, lunedì 24 marzo. Questo atteggiamento di allarmismo e di ricerca di notorietà sembra essere il vero obiettivo dell’associazione, piuttosto che una genuina preoccupazione per l’ambiente.