Un recente studio ha rivelato un meccanismo fondamentale che contribuisce all’aggressività dei tumori, con particolare attenzione al cancro del pancreas, una delle forme più insidiose da affrontare. I ricercatori hanno identificato come le cellule tumorali possano subire una trasformazione significativa, passando dallo stato di cellule epiteliali a quello di cellule mesenchimali. Questo cambiamento conferisce al tumore una maggiore capacità di proliferazione e aggressività, rendendo il cancro del pancreas particolarmente difficile da trattare.
Ricerca e collaborazioni
La ricerca, pubblicata nel 2025 sulla prestigiosa rivista Nature, è stata condotta da un team di scienziati italiani del MD Anderson Cancer Center di Houston, in Texas, in collaborazione con esperti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’IRCCS San Raffaele di Milano. Tra i protagonisti dello studio figurano i professori Giampaolo Tortora e Alessandro Sgambato, che hanno contribuito a far luce su questo meccanismo critico. Le cellule tumorali, come evidenziato dai ricercatori, possono trasformarsi da cellule epiteliali, che rivestono gli organi interni e la pelle, a cellule mesenchimali, che sono cellule primitive in grado di mutare in diversi tipi cellulari. Questa plasticità consente loro di eludere i controlli normali, aumentando l’aggressività del tumore, un fenomeno particolarmente marcato nei casi di cancro pancreatico.
Importanza della scoperta
L’importanza di questa scoperta è sottolineata da Tortora, che dirige il Comprehensive Cancer Center della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS. Secondo lui, l’individuazione di biomarcatori che possano identificare questa plasticità cellulare potrebbe rivoluzionare la diagnosi e il trattamento del cancro. La possibilità di intervenire tempestivamente, modificando le terapie in base ai biomarcatori identificati, rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro il cancro. La ricerca suggerisce che i meccanismi appresi potrebbero avere applicazioni anche in altri tipi di tumori in cui la transizione cellulare gioca un ruolo cruciale.
Nuove prospettive terapeutiche
Il professor Alessandro Sgambato, vicepreside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha evidenziato l’importanza di questa ricerca nel fornire una nuova prospettiva sulla patologia aggressiva del cancro al pancreas. Ha affermato che questo studio apre la strada allo sviluppo di nuovi approcci diagnostico-terapeutici non solo per il cancro pancreatico, ma anche per altre forme tumorali. Luigi Perelli, primo firmatario della ricerca, ha chiarito che prima di questo studio non era chiaro se la transizione da epiteliale a mesenchimale fosse vantaggiosa per il tumore. La nuova indagine ha dimostrato che, nel caso del cancro del pancreas, questa trasformazione è fondamentale per la sua aggressività.
Conseguenze della transizione
La transizione epiteliale-mesenchimale ha conseguenze significative; da un lato, genera cellule tumorali con una maggiore capacità di diffusione, dall’altro, provoca instabilità genetica, creando una maggiore eterogeneità tra le cellule tumorali. Questa eterogeneità consente al tumore di adattarsi a condizioni avverse e alle terapie. Perelli ha aggiunto che, a differenza di altri tumori in cui questa trasformazione avviene in fase avanzata, nel cancro al pancreas accade precocemente, complicando ulteriormente l’identificazione di trattamenti efficaci.
Chiarimenti sui modelli evolutivi
Giannicola Genovese, coordinatore dello studio, ha sottolineato che il lavoro è cruciale per chiarire i modelli evolutivi che determinano il comportamento clinico aggressivo del cancro pancreatico. I risultati offrono nuove informazioni essenziali per affrontare questa malattia devastante, contribuendo a una comprensione più profonda dell’eterogeneità tumorale e della complessità del microambiente canceroso.