
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha nuovamente richiamato le Regioni italiane riguardo alle problematiche legate alle liste di attesa, in una lettera inviata il 27 marzo 2025 al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Schillaci ha evidenziato che il 27% delle strutture sanitarie continua a presentare gravi irregolarità, con agende chiuse in modo arbitrario, liste di attesa gonfiate e sistemi di prenotazione disorganizzati. L’esponente del governo ha descritto la situazione come “indegna” e ha chiesto un intervento immediato da parte delle Regioni per garantire l’accesso alle cure.
Reazioni delle Regioni e riforma dei medici di base
La Conferenza delle Regioni non ha rilasciato commenti ufficiali, ma alcune fonti interne hanno manifestato disagio per quella che viene considerata un’inerzia del Ministero della Salute, in particolare riguardo alla riforma del ruolo dei medici di base. Questa riforma, secondo le stesse fonti, è vista come una risposta necessaria alle esigenze della popolazione e come un modo per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni e le liste di attesa. Il malcontento è aumentato dopo la recente lettera di Schillaci, che ha sollevato ulteriori preoccupazioni.
Situazione stagnante e decreto liste di attesa
Il 18 ottobre 2023, il ministro aveva già contattato Fedriga per chiedere la fine delle liste di attesa “immotivatamente e illegalmente chiuse”. A cinque mesi di distanza, la situazione sembra stagnante, con il 27% delle strutture sanitarie ancora inadempienti. Schillaci ha sottolineato che l’attuazione del Decreto Liste di attesa rappresenta una delle battaglie più cruciali per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Ha affermato che è giunto il momento di un’accelerazione, ricordando la sua lunga esperienza come medico nel sistema sanitario pubblico e riconoscendo le difficoltà quotidiane.
Comportamenti inaccettabili e accesso alle cure
Il ministro ha denunciato comportamenti inaccettabili, come il rifiuto di alcuni medici di rendere disponibili le proprie agende al sistema di prenotazione centralizzato e l’inclinazione di alcuni professionisti a privilegiare l’attività privata. Questi atteggiamenti, ha avvertito, creano un sistema sanitario a due velocità e compromettono l’accesso alle cure. Le irregolarità evidenziate da Schillaci includono liste di attesa artificiosamente gonfiate e prenotazioni gestite in modo obsoleto, con elenchi cartacei anziché piattaforme digitali centralizzate.
Esempio positivo dal Lazio
Un esempio positivo viene dal Lazio, dove l’applicazione rigorosa delle norme ha ridotto i tempi di attesa da 42 giorni nel 2023 a soli 9 giorni nei primi mesi del 2025, dimostrando che una corretta applicazione delle leggi può portare a risultati tangibili. Tuttavia, il ministro ha avvertito che troppe situazioni indegne persistono nel sistema.
Poteri sostitutivi e inadempienza regionale
Un altro tema delicato è quello dei poteri sostitutivi. Schillaci ha espresso il suo dispiacere per la mancata calendarizzazione della discussione in Conferenza Stato-Regioni riguardo al decreto attuativo sulle liste di attesa, che prevede l’attivazione di poteri ministeriali in caso di inadempienza regionale. Ha chiesto che questo tema venga discusso nella prima data utile, sottolineando che la vigilanza deve rimanere di competenza regionale, ma che la negligenza non può più essere tollerata.
Nuovo fronte di conflitto sul payback sanitario
Nel frattempo, un nuovo fronte di conflitto si è aperto riguardo al payback sanitario. La Regione Lombardia ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il governo e l’Aifa, contestando il decreto del ministero della Salute dello scorso febbraio sul payback, che prevede la retroattività della norma e un impatto negativo sulle finanze regionali, con una riduzione di oltre 130 milioni di euro.