Negli ospedali italiani si profila un futuro incerto per i medici ospedalieri, secondo l’analisi del sindacato Anaao-Assomed, pubblicata nel 2025. Fino al 2027, il Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) continuerà a registrare una carenza di specialisti, stimata tra le 20.000 e le 25.000 unità. Tuttavia, si prevede che, a partire dal 2032, la situazione si invertirà, portando a una sovrabbondanza di medici, con circa 60.000 neolaureati in cerca di occupazione. Questo cambiamento potrebbe generare un surplus di professionisti pronti a inserirsi nel settore privato o nei sistemi sanitari di altri paesi europei.
Le preoccupazioni del sindacato
Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, ha espresso forti preoccupazioni riguardo all’idea di aumentare il numero di posti nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia. Secondo Di Silverio, questa strategia, senza affrontare le problematiche esistenti nel sistema sanitario, rischia di essere inefficace e di comportare uno spreco di risorse pubbliche. Gli interventi limitati all’offerta formativa non sembrano sufficienti a fermare l’emorragia di professionisti dal Ssn. È fondamentale, sostiene il sindacato, rendere il lavoro negli ospedali e nei servizi territoriali più attraente per gli specialisti e i neolaureati.
Di Silverio sottolinea che il personale medico lascia il Ssn a causa di retribuzioni insufficienti, di aggressioni e di un ambiente di lavoro caratterizzato da rischi legali. Inoltre, molti medici lamentano la mancanza di tempo per dedicarsi alla vita sociale e familiare, il che contribuisce alla loro decisione di abbandonare il servizio pubblico.
Il cambiamento demografico e le sue conseguenze
Un altro aspetto critico emerso dallo studio è l’aumento della domanda di assistenza sanitaria, legato all’invecchiamento della popolazione italiana. Tra il 2002 e il 2022, l’età media della popolazione è passata da 41,9 a 46,2 anni, con un incremento significativo della percentuale di cittadini over 65, che è salita dal 18,7% al 23,8%. Gli over 80, in particolare, sono passati dal 4,38% al 7,6%. Nonostante questo aumento della domanda, il numero di medici non è cresciuto proporzionalmente e, anzi, è diminuito rispetto ai picchi raggiunti nel 2009.
Di Silverio avverte che affrontare questa situazione senza interventi adeguati è impossibile. La forza lavoro attuale, stimata in 24.797 medici, non è sufficiente a rispondere a una richiesta di cure nettamente superiore rispetto a vent’anni fa. Le proposte dell’Anaao-Assomed includono l’assunzione immediata di nuovi specialisti e l’abbattimento dei limiti di spesa per il personale.
Le proposte per il futuro della sanità italiana
Il leader sindacale ha evidenziato l’importanza di investire nel capitale umano, considerato il vero motore della sanità italiana. Per garantire un futuro sostenibile al Ssn, è necessario aumentare gli investimenti e migliorare le condizioni di lavoro per i medici. Di Silverio ha anche sottolineato che le retribuzioni devono essere competitive rispetto agli standard europei. Attualmente, il contratto per il periodo 2019-2021 prevede una retribuzione media di circa 85.000 euro lordi all’anno, ben al di sotto della media europea di circa 145.000 euro.
Paesi come Lussemburgo, Islanda e Belgio superano i 180.000 euro, mentre Italia, Portogallo e Grecia rimangono indietro. Senza un adeguato riconoscimento economico e sociale, il rischio è quello di vedere un ulteriore esodo di medici verso opportunità più vantaggiose all’estero.